Liliana Segre - Ansa
Diventa un caso l’attacco che Elena Basile ha rivolto a Liliana Segre. L’ex funzionaria del ministero degli esteri, già reggente dell'ambasciata italiana in Belgio e Svezia ha chiesto alla senatrice a vita, sopravvissuta ai lager, se si sente tormentata e se riesce a dormire dal 7 ottobre, o «si addolora solo per i bambini ebrei». Così in un video sui social, Basile, divenuta nota negli ultimi anni come opinionista “fuori dagli schemi” soprattutto sulla guerra in Ucraina, con le sue posizioni apertamente filo-russe e anti-Nato. «Lei cara signora dice di non riuscire a dormire, di come la sua memoria sia tormentata non solo nel Giorno della Memoria ma per 365 giorni da quello che ha vissuto nei campi di concentramento: ma i bambini palestinesi non la toccano? Proprio lei, una sopravvissuta all’Olocausto», polemizza Basile. Poi l’affondo al veleno: «Ma lo sa che anche i nazisti erano molto buoni con i loro bambini? Anche loro avevano una morale per i tedeschi, ariani e bianchi e non sentivano nulla per la morte degli ebrei. Lei vuole imitarli?».
Arriva dopo qualche giorno la replica di Luciano Belli Paci, il figlio di Liliana Segre, dopo un tentativo andato a vuoto di ricomporre la polemica attraverso una rettifica: «Ho scritto alla Basile, “tolga di mezzo questa cosa, che è falsa, si scusi, altrimenti la dobbiamo querelare”. Non mi ha risposto, quindi domani penso che provvederemo per la querela. Mia madre ha ripetuto sempre, anche da Fabio Fazio, che lei non fa distinzioni, che le fanno una pena infinita i bambini di tutte le nazionalità, di tutte le fedi, quelli israeliani e quelli palestinesi. Quindi quello che ha detto Basile è una cosa totalmente falsa», così il figlio della senatrice, martedì. Poi la replica arriva, ma finisce per peggiorare la situazione: «Ci ha risposto nella notte, una risposta vergognosa in cui dà la colpa ai giornali che hanno travisato e che secondo lei dovrebbero rettificare. Prendiamo atto della sua risposta e procediamo con la querela». Arriva allora la contro-replica dell’ambasciatrice: «Mi dispiace perché la senatrice col suo nome e la sua determinazione potrebbe contribuire al bene comune e a contrastare i doppi standard. Le denunce e le querele alimentano il clima d'odio e di antisemitismo».
Intanto il caso approda nelle aule parlamentari: «Non c'è niente di più falso - interviene al Senato il dem Francesco Verducci - la vicenda ci riguarda tutti per l'autorità morale che la senatrice infonde a questa Assemblea, quel video ha provocato lo sdegno di tutti i cittadini italiani». «Mi associo ai giusti argomenti e alle parole che sono emerse in maniera unanime da parte di tutti i gruppi e abbraccio la senatrice Liliana Segre, che speriamo di vedere presto qui in Aula e a cui rivolgiamo un saluto» ha detto in Aula il Presidente del Senato Ignazio La Russa, dopo gli interventi sul caso. I senatori presenti hanno tributato un lungo applauso alla senatrice a vita, alzandosi in piedi.
Prende posizione anche la Commissione straordinaria intolleranza, razzismo, antisemitismo, istigazione all'odio e alla violenza del Senato, presieduta proprio dalla senatrice a vita, esprimendo «incredulità e indignazione» in un documento approvato all’unanimità. Le frasi di Elena Basile «sono di una gravità inaudita e offendono non solo la senatrice Segre, ma tutti noi» osserva Raffaella Paita, coordinatrice nazionale di Italia Viva e componente della commissione. «Ci stringiamo intorno alla senatrice Segre». Per Fi è Pierantonio Zanettin, capogruppo in commissione per le politiche europee al Senato, a esprimere solidarietà alla senatrice a vita che definisce «fulgido esempio di tolleranza, equilibrio e saggezza». Anche il vicecapogruppo di FdI alla Camera Alfredo Antoniozzi rileva che «Liliana Segre è una nostra senatrice a vita, patrimonio di tutti. È già stata vittima di insulti vergognosi sui social e non - può essere continuamente attaccata solo per il fatto che continua a rappresentare l'orrore della Shoah».
Ma Basile non arretra, e sempre su Facebook prova a ricucire accusando la stampa. Trova «vergognoso» un articolo che la definisce «addetta della Farnesina», puntualizzando di essere stata «ambasciatrice otto anni in Europa dopo trentotto anni di carriera diplomatica», e si chiede se «non dovrei querelare io chi permette simili vergognosi insulti» e torna ad accusare «un altro eccellente giornalista» di aver travisato il pensiero della senatrice facendole dichiarare, mentre era in corso il massacro di bambini a Gaza, che lei non riusciva a dormire perché pensava ai bambini ebrei morti il 7 ottobre. «Dopo aver letto questa faziosa e propagandistica intervista - conferma Basile - ho rilasciato un video in cui esprimevo il mio addolorato stupore. Sarei veramente felice se la senatrice smentisse questa stampa faziosa. Ho stima della senatrice Segre e sono convinta che la sua indignazione andrebbe rivolta verso chi travisa il suo pensiero. Sono sicura che la senatrice ha a cuore i bimbi ebrei come quelli di Gaza, e non vedo l’ora di leggere una sua dichiarazione in questo senso che contribuirebbe al bene comune e farebbe vergognare – conclude - i pennivendoli venduti».
Intanto a Segre arriva la «totale solidarietà» anche dai senatori M5s della Commissione. Parole «inaccettabili che non possono lasciarci indifferenti», anche per Mariastella Gelmini, portavoce di Azione.