lunedì 17 novembre 2014
Dopo il G20 australiano, tappa in Turkmenistan per il premier, prima del rientro in Italia. A Brisbane faccia a faccia col presidente Juncker.
Juncker scrive a Renzi: ora crescita e lavoro - LA LETTERA (PDF)
Renzi: Ue verso la crescita? Si vedrà a dicembre
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​Il premier Matteo Renzi ha lasciato l’Australia per il viaggio di ritorno in Italia che lo vedra’, prima del rientro a Roma, fare tappa in Turkmenistan per la firma di una serie di accordi. in Italia, il premier rientrerà confortato da un G20 che ha lanciato un messaggio chiarissimo, soprattutto all’Europa, su crescita e occupazione.Serve cambiare l’Italia, ha ripetuto a Brisbane il presidente del Consiglio, ma per farlo bisogna passare da Bruxelles. Consapevole di questo, e archiviate le polemiche degli ultimi giorni, Renzi ha visto Jean Claude Juncker in un faccia a faccia che ha segnato l’inizio del confronto sul piano da 300 miliardi del presidente della Commissione che Roma vuole sia incentrato sulla massima flessibilità per ridare fiato all’economia e creare lavoro. Sui contenuti e sull'esito del colloquio, né i due protagonisti né i rispettivi entourage hanno voluto sbilanciarsi in ampi commenti.Riserbo anche sulla lettera inviata dallo stesso Juncker e dal suo vice presidente Frans Timmermans il 12 novembre (anticipata domenica da Avvenire) a Matteo Renzi (in  qualita’ di presidente di turno dell’Ue) e il vertice  dell’Europarlamento, il socialista tedesco Martin Schulz, con l’illustrazione del programma per il 2015 della nuova Commissione Ue. Dieci punti, con una priorita’ assoluta: "Una nuova spinta per il lavoro, la crescita e gli investimenti".  Un impegno tradotto in tre obiettivi: il pacchetto da 300 miliardi pronto entro la fine del 2014, la rivisitazione della strategia 2020, la semplificazione delle regole comunitarie. In  quattro pagine, non compaiono riferrimenti all'austerità e e al controllo dei conti. Anzi, il punto 5 addirittura si spinge a promuovere "una più profonda e giusta unione monetaria ed economica" che passa anche per il lavoro di "rivisitazione" (traducibile anche come "verifica") del "six pack" e del "two pack", i regolamenti sulla riduzione del debito e del deficit che tengono per la gola i Paesi del Sud Europa, Italia in testa. Una lettera istituzionale, inviata al premier come presidente di turno, che sottintende un'apertura ma che sul piano politico è solo un primo passo. La partita resta tutta da giocare, lascia intendere il premier Renzi: "Al prossimo vertice Ue di dicembre, capiremo se la nave Europa si sta spostando verso la crescita".
La lettera di Juncker al presidente del Parlamento europeo e al presidente del Consiglio è "un ottimo gesto", anche se rientra negli atti istituzionali. Risponde alla richieste di flessibilita’ arrivate dall’Italia e magari permette anche di rilanciare il dibattito. E' il parere del capogruppo dei Socialisti e Democratici in Parlamento europeo, Gianni Pittella, intervistato dal Quotidiano nazionale. "La rivendicazione di flessibilita’ - spiega Pittella - è legittima. Quando c’è bassa inflazione, bassa crescita e si fanno le riforme e’ giusto tenerne conto. E poi abbiamo sempre detto che se Juncker non si fosse fatte carico delle nostre esigenze di flessibilita’, non lo avremmo votato". Alla domanda se faccia bene l’Italia a chiedere che gli investimenti non siano calcolati ai fini di deficit e debito, Pittella replica: "Oggi in Italia c’è una drammatica emergenza, come dimostra l’ondata del maltempo. C’e’ l’emergenza del risanamento del territorio, e spese di questo tipo potrebbero essere defalcate dal patto di stabilità. Così come la spesa di cofinanziamento dei fondi strutturali. Questo però - avverte - è un dibattito che va condotto senza la magliette dei tifosi della flessibilità o dell’austerità, altrimenti non si va da nessuna parte".
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