martedì 13 gennaio 2015
​Quindici giorni per riunire le Camere in seduta congiunta. Prima data utile il 19 o il 30 gennaio. 
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​Primo voto per l'elezione del nuovo presidente della Repubblica entro il mese di gennaio. Difficile oggi prevedere la data esatta ma calendario alla mano la finestra di opportunità è molto stretta e si riduce a due giorni: giovedì 29 o venerdì 30 gennaio. Salvo ovviamente la possibilità tecnicamente non esclusa di poter votare addirittura prima visto che il termine costituzionale dei 15 giorni indica il tempo massimo entro il quale è obbligatorio partire con il primo voto. Spesso in passato si è votato anche qualche giorno prima. Ipotesi quest'ultima che sembra improbabile visto che le Camere sono entrambe impegnate nel decisivo percorso sulle riforme e l'Italicum. Il calcolo parte dalla conferma delle dimissioni del presidente mercoledì prossimo, 14 gennaio. Da quel momento il timone passa nelle mani della presidente della Camera Laura Boldrini che, diventando automaticamente Piero Grasso presidente supplente, dovrà convocare i Grandi elettori. Sarà il segretario generale del Quirinale, Donato Marra, a recapitare "brevi manu" la lettera di dimissioni di Napolitano ai presidenti del Senato, della Camera e al premier. La Costituzione prevede che "il presidente della Repubblica è eletto nell'Aula di Montecitorio dal Parlamento in seduta comune integrato da 58 rappresentanti delle Regioni: ogni regione ne elegge tre con l'eccezione della Valle d'Aosta che ne elegge uno. Il totale nominale degli elettori del prossimo inquilino al Colle sarà dunque 1009. Dal computo vanno però sottratti i due presidenti delle Camere che per prassi non votano. Ecco allora che gli elettori effettivi scendono a 1007. Il presidente del Senato Pietro Grasso sarà poi doppiamente escluso dalla partita poiché il giorno in cui Napolitano notificherà le sue dimissioni ai sensi dell'articolo 86 della Costituzione gli succederà come 'vicariò. Calcolatrice alla mano, il 'magic number' che determinerà il numero 'politicò si ottiene sommando i 945 parlamentari (630 deputati e 315 senatori) ai 58 'Grandi Elettori' delle regioni (3 delegati per regione tranne la Valle d'Aosta che a Roma ne invia solo uno) e gli attuali cinque senatori a vita: Carlo Azeglio Ciampi, Mario Monti, Elena Cattaneo, Renzo Piano, Carlo Rubbia. Più ovviamente Giorgio Napolitano.
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