Nella foto Sergio Mattarella e Frank-Walter Steinmeier a Roma / Ansa
«Crediamo sia necessario che i Paesi che avvertono la responsabilità attivino meccanismi comuni di redistribuzione e la Ue dovrebbe assumere l’onere dei rimpatri, nel rispetto dei diritti umani». Lo ha detto il presidente Sergio Mattarella al termine del colloquio con il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier.
Le parole Capo dello Stato incoraggiano la politica a uscire dai toni e dalla rincorsa verso scelte emergenziali davanti a un fenomeno sempre più strutturale, come dimostrano i continui sbarchi: 28 tunisini soccorsi dalla Guardia di finanza al largo di Lampedusa, altre 56 persone recuperate dalla Marina di Malta, l’ennesimo allarme di Alarm Phone per un barchino con 35 a bordo e la cosiddetta guardia costiera libica che secondo le organizzazioni umanitarie ha catturato e riportato nei campi di prigionia quasi 500 persone negli ultimi 5 giorni. Senza contare gli oltre cento ancora a bordo della Ocean Viking, la nave di Sos Mediterranee e Msf in attesa di un porto sicuro.
Mattarella ha incontrato Steinmeier al Quirinale, dopo aver ricevuto il giorno precedente Emmanuel Macron. Il presidente della Repubblica in questi giorni si è esposto personalmente per ottenere la disponibilità di Paesi come Francia e Germania non solo sui profughi ma anche per la redistribuzione dei migranti economici giunti in Italia. Secondo il capo a questo punto sarà decisivo il prossimo vertice ministeriale di Malta, in agenda lunedì, e che deve avere come obiettivo l’individuazione di soluzioni «sperando che siano condivise dall’intera Unione Europea, ma che comunque consentano dei meccanismi automatici di distribuzione dei migranti e dei rimpatri posti a carico dell’Unione».
IL VERTICE A MALTA
Per Mattarella, infatti, la Ue «dovrebbe adottare e assumere in sé l’onere dei rimpatri, perché è in grado di farlo con maggiore efficacia di quanto non possono fare i singoli Paesi, rimpatriando, con rispetto della loro condizione e dei diritti umani, coloro che non hanno titolo per l’asilo». Una linea che trova Steinmeier d’accordo e che viene confermata direttamente da Berlino, dove il ministro dell’Interno Horst Seehofer annuncia che dalla Germania arriverà presto una nuova proposta di riforma del sistema d’asilo e promette all’Italia che «non sarà più lasciata sola».
Intanto sono stati individuati e arrestati dalla Polizia due presunti scafisti di un’imbarcazione che l’altra notte ha trasportato 74 stranieri soccorsi dalla Guardia Costiera e fatti sbarcare nel porto di Roccella Jonica, nel Reggino. Si tratta di due uomini di nazionalità ucraina di 31 e 39 anni. A settembre, secondo il cruscotto statistico del Viminale aggiornato a ieri, sono sbarcate in Italia 1.435 persone, contro i 947 dell’anno scorso. Un aumento del 51%, spiegato dall’aumento della partenze da Turchia e Grecia verso l’Italia e dall’acuirsi del conflitto in Libia, per il quale le Nazioni Unite hanno prolungato di sei mesi la missione di monitoraggio che nei giorni scorsi aveva denunciato una recrudescenza negli scontri e un peggioramento delle già «orribili» condizioni per i i migranti. Dati elaborati dall’Ispi, l’Istituto per gli studi della politica internazionale smentiscono ancora una volta la teoria del 'pull factor', secondo il quale i migranti partirebbero dalla Libia quando ci sono le Ong in mare. Analizzando il flusso delle partenze e degli arrivi giorno per giorno, si scopre che dall’1 settembre sono salpate, in media, 44 persone al giorno quando al largo c’erano le Ong (ma molte dei migranti sono stati catturati dalla cosiddetta Guardia costiera di Tripoli), mentre in assenza delle navi umanitarie le partenze giornaliere sono state ben di più: 75. In totale, nel 2019 i migranti sbarcati sono stati 6.570, contro i 20.859 nello stesso periodo del 2018 e addirittura i 102.954 del 2017.