Nei mesi successivi all’incidente che il 10 luglio fece sprigionare dall’Icmesa di Seveso una nube tossica un’ampia zona della Brianza viene sottoposta a controlli mentre dilaga la psicosi da diossina
Sembrava che il pesantissimo pedaggio di vittime e danni pagato il 6 maggio al terremoto del Friuli dovesse essere il solo tributo da mettere a bilancio in Italia nel 1976 sotto la voce "tragedie e sventure". Invece ci sbagliavamo, perché disgrazie e sciagure non vengono mai da sole. È il 10 luglio quando una pur modesta esplosione in una fabbrica della Brianza (una valvola che salta, una nube tossica che si diffonde nell’aria) mette il Paese davanti alla prima grande emergenza ecologica della sua storia. Non ci sono morti, non ci sono feriti, ma mai l’allarme è stato così elevato: c’è diossina nell’atmosfera, le case vicine alla fabbrica – l’Icmesa di Seveso – vengono sgomberate, centinaia di persone trasferite altrove, la zona è off limits, non si può consumare la verdura dei campi, si teme per la salute delle persone, in particolare delle donne gravide. Come saranno i nascituri? Sani o deformi? Nel dubbio meglio permettere l’aborto. Anzi, suggerisce qualcuno, meglio rendere coatto l’aborto, non si sa mai. Non c’è limite alla paura che si diffonde, non c’è limite neppure al dilagare di pensieri e parole che sanno di barbarie prima ancora che di stupidità. Gran brutto segno.
Dopo oltre 40 anni pochi hanno memoria di cosa fu il ’76, l’anno del terremoto e di Seveso, ma anche l’anno del più grande scandalo della storia italiana recente, l’affare Lockheed, le mazzette (3 miliardi di lire) giunte ai politici italiani per l’acquisto di 14 Hercules C130, i grossi cargo americani. Qualcuno finì poi in galera, lo scandalo toccò lo stesso capo dello Stato Giovanni Leone. La vicenda ebbe inizio a febbraio, se ne parlò per mesi, e intanto la lira scivolava pericolosamente, il 17 marzo per acquistare un dollaro ce ne volevano già 880. Ma, ci si chiederà, la politica cosa faceva? Le solite cose: faceva cadere il governo Moro (30 aprile) e dopo lo scioglimento delle Camere da parte del Quirinale si preparava alle nuove elezioni del 20 e 21 giugno.
Le urne vedranno un certo recupero della Democrazia cristiana e l’avanzata del Pci con il miglior risultato mai raggiunto dalla falce e martello, tanto che a quel punto diventerà impossibile negare a un comunista, Pietro Ingrao, la presidenza della Camera (5 luglio). Nascerà un governo monocolore Andreotti, premessa di una più stretta collaborazione Dc-Pci ormai nell’aria; la “conventio ad excludendum” nei confronti dei comunisti aveva fatto il suo tempo. In casa socialista il 13 luglio diventerà segretario Bettino Craxi, fino a quel momento ritenuto figura di secondo piano.
Indifferente al travaglio della politica è invece il composito fronte del terrorismo, sempre attivo: l’8 giugno i "rossi" uccidono a Genova il procuratore della Repubblica Francesco Coco e due uomini della scorta; il 10 luglio i "neri" di Ordine nuovo massacrano a Roma il sostituto procuratore Vittorio Occorsio. Sono solo le vittime eccellenti di una stagione di sangue di cui non si scorge la fine.
A livello internazionale, il 1976 passerà alla storia per il riconoscimento dell’Olp (Organizzazione per la liberazione della Palestina) da parte delle Nazioni Unite (12 gennaio), per la rivolta di Soweto in Sud Africa contro l’apartheid (6 giugno), per la morte del leader cinese Mao Tse-tung (9 settembre), per l’elezione di Jimmy Carter alla Casa Bianca (2 novembre) e per la tragedia che ha per teatro l’Argentina. Qui il 24 marzo il generale Videla prende il potere per "ristabilire l’ordine". Userà il terrore più spietato e i morti e i desaparecidos saranno migliaia, nella sostanziale indifferenza dell’Occidente che con Videla fa affari. Fare business piace anche al dittatore libico Gheddafi che ora guarda all’Italia: il 1° dicembre Tripoli acquista il 10 per cento del capitale Fiat, azienda al collasso dopo la stretta degli arabi sulle forniture di petrolio.
Non si può infine evitare di parlare di noi. Nei 12 mesi in esame Avvenire dà corso al graduale passaggio dalla composizione a caldo, con il piombo, alla fotocomposizione, tecnica di stampa la cui adozione si generalizza ovunque. Alla guida del consiglio di amministrazione della società editrice il professor Mario Agnes subentra a Giuseppe Restelli e a Lerici, in luglio, viene organizzata la prima Festa di Avvenire, appuntamento che si ripeterà tutti gli anni. La Chiesa italiana tiene dall’1 al 4 novembre il primo convegno ecclesiale nazionale sul tema Evangelizzazione e promozione umana, che trova ampio rilievo sulle nostre pagine. Il 29 e 30 novembre al Ciocco, nei pressi di Lucca, vescovi ed esponenti del laicato si danno appuntamento per approfondire insieme il ruolo e le prospettive del giornale al servizio della comunità.