Le attività dei ragazzi della cooperativa "Un sorriso per tutti" - undefined
Dieci anni accanto ai bambini e ai ragazzi fragili, a rischio, italiani e minori immigrati non accompagnati. «Con gioia, impegno e passione», in beni confiscati alla criminalità organizzata foggiana, e dando lavoro a decine di giovani, soprattutto donne. Sono i primi dieci anni di vita della cooperativa “Un sorriso per tutti” di Cerignola, nata all’interno dell’Associazione Volontari Emmanuel (Ave) che dal 1992 si occupa delle più diverse emergenze sociali, dalle tossicodipendenze alle problematiche familiari e all’immigrazione.
Ave è stata fondata dall’allora parroco di san Francesco d’Assisi, don Nunzio Galantino, poi vescovo di Cassano all’Jonio, segretario generale della Cei e presidente dell’Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica. Don Nunzio ha continuato a seguire le sue “creature” e le ha viste crescere (è ancora nel consiglio di amministrazione di Ave). La cooperativa è nata per gestire i beni confiscati assegnati ad Ave, destinati proprio all’accoglienza dei minori. Sono le Comunità educative “San Francesco d’Assisi” e “Santa Chiara”, in via Fabriano, in un palazzetto a due piani confiscato a un mafioso, che qui organizzava i suoi sporchi affari. Ora ospita un Sai per minori non accompagnati e una casa-famiglia per minori italiani, affidati dal Tribunale; storie di maltrattamenti, deprivazione sociale, conflitti tra genitori. Tante stanzette a due letti, allegre e colorate, poster, peluche. Gli appartamenti sono divisi ma i luoghi di aggregazione sono comuni; minori immigrati e italiani vivono e fanno attività assieme, dai giochi allo studio, divertimento e formazione. Insieme nel grande salone, seduti a terra con gli educatori, a disegnare, colorare, raccontare. O in cucina a preparare insieme piatti pugliesi.
Serenità e allegria. Ma anche molta concretezza. Una bellissima esperienza di integrazione. Seguono corsi da panettiere, pizzaiolo, barman, caffetteria, magazziniere, informatica. Attualmente la “San Francesco d’Assisi” ospita 7 minori italiani e 4 stranieri femmine, la “Santa Chiara” 6 minori non accompagnati maschi. Gli italiani vanno da un piccolo di un anno e 4 mesi (quando è arrivato aveva solo 2 mesi) e un neomaggiorenne, gli immigrati tra 15 e 17 anni. In questi anni la cooperativa ha accolto 30 minori italiani (17 maschi e 13 femmine) e 100 immigrati (70 maschi e 30 femmine). Molte delle ragazze sono vittime di tratta, violenza e infibulazione, da quando erano molto più piccole, o vendute da una famiglia all’altra in Libia per prostituzione. Qui per alcuni mesi sono state accolte anche Eden e Feven, ragazzine eritree, soccorse da nave Diciotti della Guardia costiera nel 2018 e poi rimaste assurdamente a bordo per dieci giorni con gli altri immigrati per le decisioni dell’allora ministro dell’Interno, Matteo Salvini. Ora sono in Svezia e Germania, ricongiunte ai parenti, ma continuano a restare in contatto con gli amici di Cerignola. Durissime le storie dei maschi. In Libia hanno subito violenze nei lager. Alcuni hanno abbandonato le famiglie a 10-12 anni, senza nessuno e senza un vero progetto, davvero minori soli e senza meta. Qui a Cerignola stanno ricostruendo una vita e un futuro.
Sempre a Cerignola la cooperativa gestisce un altro bene confiscato, “Villa San Luigi”, una bella struttura in legno, con addirittura una piscina, tornata a nuova vita grazie a tanti benefattori e ai fondi dell’8xmille. Ospita gratuitamente tante iniziative per i giovani, scuole, parrocchie, gruppi scout, con laboratori, giardinaggio, approfondimenti scolastici e attività fisiche, anche per i disabili che, grazie a un’apparecchiatura specializzata, possono usare la piscina. Ma la cooperativa, come ci spiega il presidente Angelo Minardi, opera anche su altri fronti, sempre affrontando il tema del disagio e dell’accoglienza dei minori. Così gestisce due asili nido a Ordona e Carapelle. A Cerignola ha aperto un centro servizi che sta seguendo 15 famiglie. E negli Ambiti territoriali di Cerignola, Lucera e Manfredonia, svolge assistenza educativa domiciliare per 100 famiglie.
«Si tratta di famiglie fragili, vogliamo prevenire il disagio e l’istituzionalizzazione – ci dice Minardi –, per evitare che poi i minori siano tolti alle famiglie». In tutta questa “impresa” operano 45 persone, 10 uomini e 35 donne. Proprio per questo la cooperativa ha ricevuto il premio della Camera di commercio per le imprese giovanili, «perché aiutiamo le donne a trovare un lavoro, a farsi una famiglia, a fare figli», dice con soddisfazione Minardi. Che conclude sintetizzando così questi dieci anni: «Gioia, impegno, passione, e in crescita. In un territorio “arido”, soffocato dalla criminalità organizzata, i beni confiscati accolgono e danno lavoro con risultati meravigliosi».