sabato 1 febbraio 2014
​«I partiti sono morti, accarezzateli». L’incontro con le truppe a 5 Stelle spostato in un hotel: «Rimanete in Parlamento e sorridete». Letta: si tollera troppo. Napolitano: «Sereno per me ma preoccupato per la situazione».
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Aventino da abbandona­re, ma solo perché non produttivo. È un discor­so esclusivamente tattico quel­lo che Beppe Grillo, calato a Ro­ma per arringare il suo esercito dopo la battaglia di Montecito­rio, rivolge ai suoi parlamentari, riuniti – a porte chiuse – in un hotel della Capitale. Non c’è nel­le sue parole, infatti, nes­suna nota critica sull’as­salto alle istituzioni, sul­l’occupazioni di sedi ed aule del Parlamento, sul­la degenerazione della protesta. Anzi, trapela u­na certa, orgogliosa sod­disfazione: «Andate be­nissimo, i nostri sondag­gi crescono». Nel suo discorso, qua e là, spunta solo qualche con­siglio a non strafare, con gesti e parole, che posso­no diventare controproducenti. Come «le parolacce», che ri­schiano di avere noiose conse­guenze sul piano penale. La chiave del discorso dell’ex co­mico è tutta racchiusa in questo passaggio: «Accarezzateli, fate­gli capire che tanto sono morti... Sorridete, calmatevi, vi vogliono incastrare. Si sta nelle aule e si discute, loro non sono abituati all’esistenza di un’opposizione. Non dobbiamo dare la sensa­zione che vogliamo andare via dal Parlamento: la gente ha ca­pito quello che stiamo facendo ma dobbiamo restare lì essendo politicamente asfissianti». Ma tanto per far capire che la musi­ca non è affatto cambiata, il lea­der dei Cinquestelle prende di petto la presidente della Came­ra, indicendo sul web un son­daggio- linciaggio: «La Boldrini nel suo ruolo è inadeguata, im­propria, miracolata. Deve an­darsene e in fretta». Immancabili le critiche ai giornali: «Carta i­gienica  quotidiana». E nei social network di sostenitori e simpa­tizzanti, il linguaggio diventa mi­naccioso, volgare e truculento. La vicenda della violenta oppo­sizione dei Cinquestelle tiene banco in tutti gli ambienti isti­tuzionali. Napolitano, bersaglio privilegiato degli attacchi grilli­ni, che ne hanno chiesto la mes­sa in stato d’accusa, allarga le braccia: «Sono sereno per me, ma preoccupato per il Parla­mento».Enrico Letta mostra di essere colpito. E reagisce con determi­nazione: «L’attacco alle istitu­zioni del M5S segna la volontà di prendere una strada antide­mocratica, perché la democra­zia si basa sul principio di mag­gioranza e di rispetto delle rego­le con le quali le opposizioni possono legittimamente impe­dire di approvare provve­dimenti, ma non il fun­zionamento delle istitu­zioni». Il Consiglio dei ministri e­sprime unanime solida­rietà ai Presidenti della Re­pubblica e della Camera e Letta avverte: «C’è stato un livello di tolleranza fi­no ad oggi eccessivo ri­spetto a modalità total­mente al di fuori delle re­gole che fanno funziona­re la democrazia costitu­zionalmente garantita nel no­stro Paese. Il governo reagirà nettamente a queste provoca­zioni che fanno male al Paese». E aggiunge: «Sto partendo per Dubai e ad Abu Dabi per cerca­re di attrarre investimenti... Mi spiegate come i miei interlocuto­ri possano considerare affidabile un Paese in cui il Parlamento è og­getto delle corride e della violen­za prevaricatrice di questi giorni?».
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