Le immagini stavolta sono fin troppo nitide, per quanto movimentate. Una motovedetta della Guardia costiera greca si avvicina a un barcone di profughi salpato dalle coste turche e lo respinge, letteralmente, per abbandonarlo alla deriva nelle acque territoriali della Turchia. Non è la prima volta che accade, ma stavolta ci sono prove sufficienti per documentare l’allontanamento dei migranti che stavano per raggiungere l’isola di Lesbo,
Il presidente turco Erdogan da oltre un anno ha ingaggiato un tira e molla con l’Europa, aprendo e chiudendo a piacimento i confini, compresi quelli marittimi. Ma la risposta di Atene, con cui lo scontro diplomatico si svolge anche per ostacolare le esplorazioni petrolifere nelle acque contese di Cipro.
Uno dei profughi a bordo del canotto è riuscito a filmare alcuni momenti senza farsi notare dai marinai ellenici. Dai fermo immagine si distingue perfettamente la sagoma della motovedetta greca che, anziché soccorrere le persone, le allontana spingendole di nuovo al largo. Le fasi sono molto concitate, si sente il pianto dei bambini e le urla delle donne che implorano i militari.
Dal barcone ormai alla deriva gli stranieri sono riusciti a contattare Alarm Phone. Nella zona non è necessario l'uso di telefono satellitari poiché il tratto di mare è molto breve e la telefonia mobile aggancia facilmente il segnale sia sul lato greco che su quello turco.
Alcune ore dopo il gommone è stato intercettato da un pattugliatore di Ankara che ha trasbordato i migranti riportandoli a terra. "La polizia greca ha gettato in acqua un uomo di 40 anni”, hanno raccontato i naufraghi. Una volta issato a bordo della motovedetta vi sarebbe stata una colluttazione: “Lo hanno picchiato e ributtato in acqua, lo abbiamo salvato noi stessi”. Durante il respingimento le manovre della motovedetta greca hanno rischiato di far precipitare in acqua le persone sul gommone. Prima di essere soccorsi, una persona al telefonato detto che il suo borsone “è caduto in acqua. Non abbiamo più niente da mangiare. Ho l’asma e le medicine erano nella borsa. Siamo esseri umani, perché veniamo trattati così?".