mercoledì 26 febbraio 2014
​Boschi: troppi emendamenti, impossibile approvarlo in tempo. Il sindaco Marino: non farò il commissario liquidatore. Saltano anche gli aiuti alla Sardegna per l'alluvione. In preparazione un nuovo testo.
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Il governo ha ritirato il decreto Salva Roma. Lo ha annunciato il ministro Maria Elena Boschi, che ha spiegato che il governo rinuncia alla conversione del decreto in ragione dell'elevato numero di emendamenti, che avrebbero potuto tenere l'Aula impegnata per 215 ore: «Di fronte alla indisponibilità di Lega e M5S e alla conferma da parte loro di proseguire con l'ostruzionismo in aula, era matematicamente impossibile l'approvazione entro il entro la scadenza». Il ministro ha poi aggiunto che il governo varerà «un nuovo provvedimento dopo una valutazione dei contenuti» e che vi saranno norme anche su Expo 2015 e sulla Sardegna. Con il ritiro del testo infatti vengono meno anche le misure previste per il ristoro dei danni provocati dall'alluvione del 18 novembre scorso in Sardegna. Tra questi i 90 milioni di euro per il 2014 che avrebbero dovuto garantire un finanziamento assistito, della durata massima di due anni, per coloro che hanno subito danni negli 80 Comuni sardi colpiti dal nubifragio. Nel decreto, inoltre, vi era la dilazione dei pagamenti dei tributi e degli adempimenti sospesi tra il 24 gennaio e il 17 febbraio scorso, senza applicazione di sanzioni e interessi. Il sindaco di Roma, Ignazio Marino, è subito andato a Palazzo Chigi per iniziare a lavorare subito su un nuovo decreto legge per la capitale. «Credo semplicemente che il sindaco debba essere messo nelle condizioni di governare la città - ha spiegato prima di entrare- questa non si governa in dodicesimi».

«Io non ho davvero nessun interesse di mettere la mia faccia su un disastro annunciato - ha detto poi il sindaco di Roma Ignazio Marino uscendo da Palazzo Chigi -. Ho illustrato la situazione. Tutti sanno che ho ereditato un buco di 816 milioni di euro. Io sto cercando da diversi mesi di riparare ad un danno che abbiamo trovato. Se si prende seriamente in considerazione che questa è la Capitale d'Italia e c'è bisogno di un intervento del governo io sono disponibile. Se invece l'idea che Roma debba chiudere, che le municipalizzate debbano fallire io non sono disponibile. Quello è un altro lavoro e verrà un commissario liquidatore a licenziare migliaia di persone e a vendere tutte le aziende del Comune". Soddisfatta la Lega. «Il governo ritira il decreto Salva-Roma e gli italiani risparmiano 1 miliardo di euro, che sarebbe finito a tappare il buco della Città più indebitata del mondo», ha detto Matteo Salvini, criticando l'operato dei politici romani, comprese le precedenti amministrazioni. E Roberto Calderoli si è spinto fino ad augurarsi il fallimento della città di Roma: «È il momento di far sparire l'amministrazione di Roma e di metterla in liquidazione fallimentare». La replica è arrivata dal deputato del Pd Umberto Marroni: «Il ritiro del decreto Enti Locali contenente la norma Salva Roma che mette a rischio i bilanci di Roma è figlio di un ostruzionismo insensato del Movimento Cinque Stelle e della Lega Nord».
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