Roma. Le 19 e 12 del 18 gennaio 2014, un funzionario Eni del 'Centro Oli' di Viggiano riceve un sms da un collega: «Basta con questi superamenti... Mamma mia». Il 2 febbraio alle 10 e 55 i due ne scambiano altri e uno recita: «Io quando ho viso quella cosa lì mi si è gelato il sangue». Lo si legge nelle ordinanze di custodia cautelare e i due si riferivano al superamento dei limiti per l’immissione in atmosfera di sostanze inquinanti. Ancora un sms, ancora febbraio 2014: «Il problema non... non è nemmeno le persone, il problema è che l’azienda si deve porre... realmente delle... delle domande: se continuando a fare come sta facendo... ne vale la pena o no». Gli sforamenti dai limiti sono continui. I messaggini fioccano: «CO (ossido di carbonio,
ndr) è molto basso... mò vedo l’SO2 (anidride solforosa,
ndr) perché comunque... l’SO2 si è alzata al termodistruttore ». Poco dopo: «Quando abbiamo mandato la comunicazione ... mmm... la media oraria più alta era arrivata a 742 alle dieci di mattina... poi man mano è scesa... alle quindici era 118». I vertici del Centro Oli Val d’Agri dell’Eni – scrivono gli inquirenti – «decidevano deliberatamente e in diverse occasioni di comunicare agli organi di controllo l’avvenuto superamento dei parametri usando una condotta fraudolenta che consiste nel fornire una giustificazione tecnica non corrispondente al vero». Sempre sms tra funzionari: «Il problema... nel 2011 almeno per... quello che si è detto, durante la fermata sono state fatte cose per... migliorare la produzione » e «Inizia a fare il resoconto dal 2011, hai prodotto di più , ti sei fermato di più, hai fatto più casini, non soltanto ambientale ma anche di altre cose, ma ne vale... la pena di produrre di più?». Un mese fa Eni ha fatto sapere che, stando al suo monitoraggio ambientale, «la qualità dell’aria è buona, con dati «migliori che nella maggior parte delle città italiane ». I pm di Potenza scrivono nell’ordinanza che, solo tra dicembre 2013 e luglio 2014, quelle emissioni «hanno superato ben 208 volte i limiti di legge».
(P.Cio.) © RIPRODUZIONE RISERVATA