Un momento dello sbarco del 27 novembre - .
Roccella Ionica (Reggio Calabria) «Il porto di Roccella Ionica con i suoi marinai, le forze dell’ordine, gli ammini-stratori, merita il Premio Nobel per la pace!». Lo ha detto il vescovo di Locri-Gerace, Franco Oliva, durante il Te Deum ringraziando quanti «hanno fatto di tutto per accogliere gli immigrati che approdano numerosi sulle nostre coste». I numeri lo confermano. Nel 2022 sulle coste reggine sono sbarcate più di 10mila persone, il 10% di tutti gli approdi in Italia, ben 113 sbarchi rispetto ai 65 del 2021, più del 76% (86) solo nel piccolo paese di Roccella Ionica, oltre 7mila persone su una popolazione di appena 6mila abitanti. Gli ultimi arrivi il 31 dicembre, due barche con 76 e 90 immigrati. E il 2023 è iniziato con quattro approdi: una barca a vela con 90 persone il 2 gennaio, un’altra con 77 il 3 gennaio, e lo stesso giorno un barcone con 105, oltre a 153 trasportati dalla Guardia costiera, parte dei 700 che si trovavano a bordo di un peschereccio. Sbarchi senza proteste né tensioni. «Dobbiamo essere orgogliosi di quello che abbiamo fatto grazie al lavoro sinergico tra istituzioni locali, dello Stato e volontariato - commenta il sindaco, Vittorio Zito -. C’era il rischio di un impatto sul territorio, invece quest’anno è addirittura aumentato il turismo». Cita tre alberghi che hanno visto aumentare il fatturato rispettivamente del 28, del 20 e del 16%.
«Credo sia andata bene, è un’esperienza da raccontare » aggiunge. Dati e riflessioni presentati nell’incontro organizzato dall’amministrazione comunale dal titolo “Migranti, per una gestione straordinariamente ordinaria del fenomeno”. Perché l’immigrazione non è un’emergenza, ma «un fenomeno strutturale che però va gestito, ma con strumenti ordinari, come è stato fatto in questo territorio». Lo hanno ribadito con convinzione altri tre sindaci della Locride che hanno messo a disposizione strutture, forze comunali e del volontariato, per fare squadra. « Abbiamo sostenuto Roccella in uno spirito di rete – sottolinea la sindaca di Siderno, Mariateresa Fragomeni che ospita in una scuola -, sia verticale che orizzontale, e questo è un esempio di come debba essere affrontato questo fenomeno, superando le ideologie in modo strutturale ».
«Tocchiamo con mano tragedie che ci colpiscono – si associa il sindaco di Ardore, Giuseppe Campisi, che sta usando una palestra realizzata su un bene confiscato -. Facciamo rete ma dobbiamo migliorare con l’intervento ministeriale. I comuni devono essere aiutati». « Era doveroso contribuire, è una vera missione umanitaria – sostiene il sindaco di Stilo, Giancarlo Miriello –. C’è una parte politica che strumentalizza e crea sospetti tra i nostri cittadini che invece sono sempre stati accoglienti». Un ragionamento che fa anche il questore di Reggio Calabria, Bruno Megale.
«Non è un’emergenza, ma un fenomeno strutturale che però va governato. La macchina dell’accoglienza in Calabria va benissimo ma serve altro: un hotspot, altri Cas». Ma chi arriva sulle coste calabresi? E’ sempre il questore a fornire i dati. L’80% sono soccorsi in mare, il 20% arrivano autonomamente, e niente Ong. In gran parte vengono dalla rotta turca. «Ci sono delle vere e proprie organizzazioni che lucrano sui migranti». Solo il 30% fa domanda d’asilo. « Ben 1.600 i decreti di respingimento, ma non li possiamo mettere su un traghetto. Hanno 7 giorni per uscire dal territorio italiano. Ed è quello che vogliono. Così vanno a intasare le frontiere del Nord». Dato preoccupante è che un terzo sono minori non accompagnati, 1.600 solo a Roccella, quasi il 13% del totale nazionale. Un tema che il procuratore del Tribunale per i minorenni, Roberto Di Palma, denuncia con parole forti. « È un fenomeno che la “squadra Stato” sta affrontando, ma c’è davvero interesse? Non ci si può solo affidare alla buona volontà delle persone. Ci sono vuoti legislativi che vanno riempiti». E non solo. « I minori non possono essere tenuti nelle strutture assieme agli adulti, ma i bandi per i centri di accoglienza a loro destinati vanno deserti».
A fare un bilancio finale è il prefetto di Reggio Calabria, Massimo Mariani, che legge alcuni titoli di giornali che parlano di “invasione” e di “emergenza”. Affermazioni che respinge. « La migrazione dobbiamo saperla affrontare serenamente, è un problema umano e dobbiamo essere pronti. Siamo tutti componenti di una squadra che ha dato il proprio meglio. Il nostro sistema operativo è stato esclusivamente razionale, il fenomeno non va affrontato in modo ideologico. Abbiamo responsabilità istituzionali e ce le dobbiamo assumere per garantire accoglienza e sicurezza».