giovedì 23 marzo 2017
Il presidente De Palo sull'intervista dell'ex premier ad Avvenire: bene la presa di posizione sul fisco, ora l'impegno sia a trasformarla in legge. Costalli (Mcl): non siano le solite belle intenzioni
Gigi De Palo

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«Non si può aspettare ancora. Se siamo in emergenza demografica, non possiamo rimandare le politiche familiari al prossimo anno». Così Gigi De Palo, presidente del Forum delle associazioni familiari, commenta l’intervista a Matteo Renzi apparsa oggi su Avvenire.

De Palo esprime apprezzamento per «la chiara presa di posizione di Renzi riguardo la fiscalità familiare», facendola seguire dalla proposta di alcune modifiche al ddl Lepri che «trasformano il Fattore Famiglia nel Fattore Figli, una buona novità che parte dal concetto che i figli siano un bene comune e non un interesse privato». Inoltre, al ddl in discussione in Parlamento vanno «aggiunte delle risorse per le famiglie numerose a partire dal quarto figlio». Ma l'appello più accorato del Forum al governo e alle forze politiche è sulla tempistica, quando chiede una legge «entro questa legislatura perché le famiglie non possono più attendere». L'invito conclusivo ai partiti è a prendere atto «che non si sta parlando di una delle tante priorità ma "della" priorità, condizione ineludibile per il futuro del Paese». E ad agire di conseguenza.

Anche il Movimento cristiano lavoratori incalza governo, maggioranza e tutte le altre forze politiche, prendendo spunto dalle parole dell'ex presidente del Consiglio e candidato alla segreteria del Pd. «E' inconcepibile che in soccorso delle famiglie, vera Cenerentola del Paese, arrivino ancora una volta solo promesse, belle intenzioni, vaghe speranze... tutte tardive. La realtà è che non possiamo più aspettare», dichiara il presidente Carlo Costalli. Pur consapevole delle difficoltà di bilancio, il presidente di Mcl invita l'esecutivo a dare da subito un segnale, «entro quest'anno, magari con la prossima legge di stabilità». Perché ritardando gli interventi si rischia di «ridurre sul lastrico migliaia di famiglie già sfinite dai tanti sacrifici». E di «aprire le porte a uno scontro sociale che nessuno si augura». Infine, l'invito a Renzi a «spronare» il governo Gentiloni a dedicarsi alla famiglia, a partire dal ddl su assegni familiari e politiche fiscali mirate.

L'intervista ha suscitato reazioni anche nel mondo politico. La maggior parte delle quali critiche. Dalle opposizioni arriva l'accusa di non aver fatto nulla per la famiglia, anzi di aver promosso leggi che vanno contro quella naturale fondata sul matrimonio. Argomenti che sollevano Alessandro Pagano (Lega) e Maurizio Sacconi, presidente della Commissione Lavoro del Senato.

Un plauso arriva invece dal senatore Stefano Lepri, autore del ddl in discussione. E da Alternativa popolare. Il vice capogruppo dem si dice «totalmente concorde e soddisfatto dell'attenzione che ha riservato al nostro lavoro al Senato. Le misure per i figli a carico dovranno essere più semplici, più eque e capaci di rimuovere l'ostacolo economico che frena la natalità». le dichiarazioni di Renzi sono accolte con favore anche da Alternativa popolare, che con la portavoce nazionale Valentina Castaldini, assicura collaborazione per «dare più sostegno alle famiglie. È questo il grande tema da affrontare che non deve avere l'orizzonte temporale di questa legislatura ma diventare una costante». Ap ricorda quanto fatto per merito delle sua azione: dal bonus bebè al premio Mamma domani, dal congedo parentale al voucher baby sitter. Per un altro centrista, Antonio de Poli (vicesegretario dell'Udc), invece, Renzi «cade in un mare di contraddizioni». La richiesta al governo, dunque, è di mettere subito al centro dell'agenda la riforma del fisco a misura di famiglia. Anche Mario Sberna, deputato di Des-Cd, si dice stupito di come «sulla famiglia si parli di interventi prima di arrivare al governo o subito dopo aver governato. Un "dejà-vu" al quale le famiglie non credono proprio più. Se in questa legislatura, al posto di occuparsi di presunte "scelte di civiltà" o di dimenticare nei cassetti provvedimenti approvati e mai attuati - come per esempio la Carta Famiglia - si fosse realizzato anche solo un centesimo di quanto proposto dal nostro piccolo gruppo parlamentare, la situazione della natalità e i sorrisi delle famiglie sarebbero già in cammino. Invece rimandiamo ancora una volta, in attesa di non si sa cosa: forse della desertificazione demografica».


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