Nessun negazionismo targato Rai: il Giorno del Ricordo s’ha da fare e si farà. Dopo giorni di polemiche, annunci e smentite, sono i vertici della tivù di Stato a riferire la decisione definitiva: 'Magazzino 18', il musical civile di Simone Cristicchi dedicato alle Foibe e all’esodo dei 350mila giulianodalmati, sarà trasmesso il 10 febbraio, Giorno (appunto) del Ricordo. In seconda serata, è vero, ma su Rai1, la rete ammiraglia. D’altra parte lo spettacolo di Cristicchi si è guadagnato un quarto d’ora di applausi ininterrotti alla prima di Trieste e il tutto esaurito nei teatri d’Italia che la tournée sta toccando. «È uno spettacolo che ha la presunzione dell’equilibrio e l’intenzione di pacificare, dopo decenni di scontri ideologici», ci ha detto il cantautore romano, da sempre vicino alla sinistra eppure deciso a raccontare per la prima volta con una poderosa opera teatrale la pagina più dimenticata della storia d’Italia, la strage di italiani da parte del dittatore comunista Tito dopo la seconda guerra mondiale.
DALLA RAI NESSUNA CENSURA. «La messa in onda di 'Magazzino 18' il 10 febbraio non era mai in dubbio – sostiene il direttore di Rai 1, Giancarlo Leone –. I palinsesti si chiudono di venerdì, ecco perché non l’avevamo ancora an- nunciato». Ma a far sapere che la Rai aveva «fatto dietro front» era stato proprio Cristicchi, che sulla pagina Facebook i giorni scorsi esprimeva il suo dispiacere «per tutte quelle persone che, non avendo visto lo spettacolo nella propria città, aspettavano il 10 febbraio per poterlo vedere in tv». Immediata la protesta del pubblico, che ha lanciato in rete una petizione alla Rai cui hanno aderito migliaia di persone. «Non ce n’era bisogno », rimarca però il direttore Leone, «prima andrà in onda un’anteprima di 'Porta a Porta' di venti minuti dedicata al Giorno del Ricordo, poi 'Magazzino 18'...». Seconda serata, dunque. Sempre meglio dello scorso anno, quando la Rai per celebrare la ricorrenza mandò in onda la solita fiction (stravista) 'Il cuore nel pozzo' alle 3.20 del mattino. «È un programma colto, raffinato, non gli faremmo un bel servizio a mandarlo in prima serata», spiega Leone. Esprime sollievo Cristicchi, che già in passato aveva affrontato temi come il manicomio o la guerra di Russia, e ora si cimenta in quella che definisce un’opera di «educazione alla memoria» attraverso «la magia del teatro, la potenza dell’orchestra e una scenografia imponente », tra le masserizie dei 350mila istriani in fuga abbandonate dal 1947 nel Magazzino 18 di Trieste. Va notato che Cristicchi il 27 gennaio, Giornata della Memoria, è stato protagonista su Rai Scuola insieme a Moni Ovadia e alla storica Anna Foa di un programma sulla Shoah: «Odio tutti i negazionismi da qualsiasi parte arrivino, li trovo ugualmente disonesti ».
A MONZA IL PALCO AI NEGAZIONI-STI. Non lo stesso si può dire di alcune iniziative camuffate da celebrazioni per ricordare l’orrore delle foibe. A Monza è invitata Alessandra Kersevan, persona nota per le sue posizioni negazioniste, secondo le quali nelle foibe furono gettati «quasi tutti adulti, e comunque compromessi con il fascismo »: se ci è finito anche qualche bambino e qualche donna, magari anche le centinaia di sacerdoti, fu per «vendette personali» o addirittura si trattò di casi di suicidio. Comprensibile l’indignazione degli esuli monzesi, che chiedono l’annullamento dell’incontro: «Vi immaginate per la Giornata della Memoria se invitassero chi deride la Shoah?».
LUCCA: LA STRAGE COMUNISTA DI-VENTA NAZIFASCISTA. Va anche peggio a Lucca, il cui Comune (a differenza di Roma, dove la giunta Marino ha cancellato tutti i Viaggi del Ricordo) porterà i suoi studenti in visita guidata... Peccato che il programma sembri uno scherzo: 'Per l’approfondimento delle vicende degli esuli istriani', ovvero delle vittime del comunismo, i ragazzi verranno portati 'a Gonars e all’Isola di Rab' (che poi è Arbe, ma si preferisce il nome croato a quello italiano), 'nei luoghi che furono teatro della repressione fascista degli Slavi'. «È vero che Gonars e Arbe furono i due campi di internamento in cui il fascismo deportò sloveni e croati tra il 1942 e l’8 settembre del 1943, durante la guerra – spiega Paolo Radivo, direttore di 'L’Arena di Pola', il periodico degli esuli istriani –. A Gonars (Udine) morirono 453 civili su 6.000 internati e nel musical di Cristicchi c’è anche una bambina slovena che legge la lettera autentica di un internato di Arbe, ma la sua è un’operazione onestissima. Altro invece è creare apposta confusione alimentando l’antica equazione infoibati=fascisti, falsa e superata da tempo, anche perché in foiba morirono cittadini comuni, tra cui anche tanti antifascisti ed ebrei. Ferisce tanta malafede e faziosità».
VIVA LE FOIBE! Non sorprende a questo punto che, dopo dieci anni di pacificazione (la legge istitutiva del Giorno del Ricordo è del 2004), atti di violenza riportino la storia indietro di decenni: giorni fa a Pisa la lapide per i Martiri delle Foibe è stata distrutta, mentre ad Albano Laziale i giovani dei centri sociali hanno indossato magliette con la scritta 'I love foiba'. 10 Febbraio Sciolta la querelle di Rai1 Leone: «In onda Magazzino 18 di Cristicchi» (ma in seconda serata). Esauditi gli appelli del pubblico Il cantautore romano Simone Cristicchi nel Magazzino 18 al porto di Trieste, tra le masserizie abbandonate nel 1947 dagli italiani in fuga. Scappavano dal genocidio operato dal maresciallo Tito in Istria, Fiume e Dalmazia.