Il Fondo Monetario internazionale dà il suo esplicito incoraggiamento al governo a varare le riforme annunciate, in particolare quelle che riguardano il lavoro. Un’apertura di credito significativa, anche il premier è atteso ovviamente alla prova dei fatti: «Abbiamo ascoltato con molta attenzione il discorso recente di Renzi e attendiamo ulteriori dettagli su quanto annunciato. Sicuramente abbiamo accolto con piacere molte delle misure delle quali ha parlato», ha affermato ieri il portavoce del Fondo, Gerry Rice. In particolare, sottolineando che «l’alto livello di disoccupazione è un problema urgente in Italia», Rice ha citato il contratto flessibile a tutele crescenti, una delle proposte del premier contenuto nei Jobs Act , come una delle «riforme del mercato del lavoro che hanno un ruolo chiave », quindi, ha aggiunto «guardiamo alla loro implementazione nel prossimo futuro». Più in generale, secondo l’Fmi, «molte delle misure economiche annunciate dal presidente del Consiglio nel suo discorso in Parlamento all’inizio della settimana accolgono le riforme economiche e strutturali sollecitate dal Fondo all’Italia in questi anni», e sono decisive «per assicurare che l’Italia torni sulla strada della sostenibilità e della crescita». L’attuazione delle riforme è «cruciale» per il Paese, che secondo il Fmi nel 2014 salirà solo dello 0,6% ma potrà giovarsi di una contesto europeo di generale recupero. Parole di soddisfazione anche per la scelta di Pier Carlo Padoan come nuovo ministro del’Economia: «Quando faceva parte dell’esecutivo del Fmi era molto ri- spettato», ha sottolineato il portavoce. Da uno dei tre pilastri della Troika arriva dunque una sorta di promozione del nuovo corso italiano, almeno a livello programmatico. Mentre da Francoforte il presidente della Bce Mario Draghi resta cauto anche se lascia trapelare con qualche elemento di maggiore fiducia sulle prospettive dell’economia: «La ripresa nell’Eurozona sta facendo graduali passi avanti, anche se lentamente ed in modo disomogeneo», ha detto Draghi, invitando i governi dell’area euro a «proseguire con le riforme per arrivare ad una crescita sostenibile». Buona parte dei Paesi dell’Eurozona che avevano sofferto per la crisi del debito «hanno fatto notevoli progressi nel riguadagnare competitività », con «sostanziali migliora- menti nelle dinamiche delle esportazioni », ha aggiunto il numero uno della Bce, senza dire di quali Paesi stesse parlando. Il governo Renzi dovrà esplicitare nei prossimi giorni il dettaglio delle sue proposte. I sindacati chiedono udienza. Riforme? Parlatene prima a noi che alla Merkel, incalzano i leader confederali. Ieri il ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha fornito una prima road map : «Partiremo al più presto con l’attuazione della garanzia giovani, poi passeremo alla riduzione del cuneo, quindi ci sarà la revisione del mercato del lavoro», ha spiegato. «L’obiettivo è non avere nessun inattivo. Proveremo a offrire a tutti e soprattutto ai giovani un’opportunità di lavoro».