« Sarà un segnale forte. Quasi una luce in questo
Paese piegato da una crisi che fa sempre più male e che spinge troppi di noi a
rinchiudersi nell’egoismo». Giuseppe Fioroni, deputato del Pd e in molte
occasioni ascoltato interlocutore dell’associazionismo cattolico, riflette
sull’appuntamento di Todi a voce bassa. «Sono settimane nere. Le borse,
l’economia, la politica... C’è preoccupazione, incertezza, ma il mondo cattolico
prova a fare un passo avanti. A spedire da Todi un messaggio nuovo. Di speranza.
E anche di unità. Prova a spiegare soprattutto a noi politici che anche dietro
le crisi più drammatiche si può cogliere l’opportunità per un nuovo inizio, per
un deciso cambio di passo».
E voi politici? Dobbiamo ascoltare
e capire. Con umiltà. E con la consapevolezza che negli ultimi vent’anni c’è
stato una scollamento profondo tra il mondo cattolico e tanti politici che con
troppa facilità si sono autodefiniti cattolici.
Che significa essere politico cattolico?Essere capace di ascoltare la base, la parrocchia, i movimenti. Non
basta vivere, anche con coerenza, una fede individuale. La sfida a cui siamo
tutti chiamati è saper ritrovare una capacità d’ascolto. Basta questo?
Mettiamoci tutti in discussione. Già è un passo in avanti. E poi
guardiamo Todi da lontano. Senza provare a tirare dalla nostra parte una pianta
che germoglia. Senza tentare di strumentalizzare, di utilizzare, di
banalizzare le straordinarie potenzialità che si agitano dietro questa
novità. Potenzialità?A Todi si può davvero aprire una stagione nuova. Ma serve
generosità da parte di tutti. Serve aprire le porte. Serve un coinvolgimento
più ampio possibile dei movimenti e delle associazioni. La partita in gioco non
riguarda gli interessi dei singoli o di una parte politica; riguarda il nostro
Paese che ha un disperato bisogno di una bussola di valori per uscire dalle
sabbie mobili Paese vuol dire credenti e
non? Esatto: credenti e non. Servono valori
e obiettivi che possano essere condivisi. Che possano rigenerare speranze
fiaccate. È un po’ come dopo la seconda grande guerra. Allora l’Italia venne
ricostruita perché si creò un legame forte tra i valori e il desiderio di
rinascita. Oggi i valori sono offuscati da egoismi e personalismi, ma il
momento della ripartenza può essere più vicino di quanto
immaginiamo.