Una mappa di priorità articolata in cinque punti su cui verterà la prossima Conferenza nazionale sulla famiglia: politiche e di armonizzazione famiglia- lavoro;
welfare society e sussidiarietà circolare; famiglia e responsabilità educativa; politiche familiari e sviluppo del Paese; fisco e tariffe. Il documento – frutto dei diversi incontri a cui hanno partecipato diversi esponenti politici italiani (dal M5S al Pd, dal Ncd a Scelta civica, da Forza Italia a Per l’Italia) – verrà consegnato al ministero del Welfare. Servono, però, circa 15 miliardi di euro da qui a fine legislatura per investire sulle politiche familiari secondo il Forum delle associazioni familiari. «Siamo in emergenza – spiega Francesco Belletti, presidente del Forum famiglie –. C’è un grave allarme rispetto alla tenuta dei sistemi familiari, anche per motivi economici. È la famiglia il custode delle fragilità del Paese, ma si fa fatica a risparmiare. È la stessa storia successa al nostro patrimonio naturale, culturale e architettonico. Bisogna fare manutenzione. La risorsa famiglia esige manutenzione». La ricetta del Forum è chiara: le briciole non bastano. «Le politiche familiari non sono politiche di nicchia – sottolinea il documento presentato ieri alla Camera dei deputati – di piccoli incentivi, di micro-aggiustamenti o di agevolazioni mirate. Servono politiche familiari forti, generaliste: dirette esplicitamente al nucleo familiare, organiche e promozionali». Nel confronto con l’Europa, un punto di Pil è quello che ci manca per raggiungere la media europea di risorse pubbliche dedicate alle politiche familiari. Al governo, però, le associazioni inviano anche un’altra richiesta in merito alla delega fiscale: istituire due commissioni a cui devono partecipare le associazioni familiari per dare il loro contributo. «In Italia – conclude Emma Ciccarelli, presidente del Forum delle Associazioni Familiari del Lazio – le politiche familiari sono confuse con l’assistenzialismo e sono diffuse a macchia di leopardo. Buone pratiche si possono trovare in Trentino, Lombardia, Puglia e Veneto. Mentre ancora non è stata introdotta la Vif, la valutazione d’impatto familiare per valutare l’efficacia di un provvedimento legislativo sulla famiglia».