giovedì 14 luglio 2011
La scuola estiva sale in sella alla Ducati. Sta per concludersi il corso organizzato a Bologna. Ammessi 25 allievi scelti in base ai voti e a un video. Ugolini (dirigente scolastico del liceo Malpighi): così si valorizzano i talenti.
- Il motore del lavoro si riacende (anche) con le mani di Giuseppe Bertagna
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Quaranta gradi all’ombra, scuole chiuse, libri neanche a parlarne. Eppure c’è qualcuno che ha deciso di non mandare il cervello in vacanza. Succede a Bologna dove, grazie alla collaborazione tra la Fondazione Ducati e il Piano nazionale lauree scientifiche, sta per concludersi (domani è l’ultimo giorno di corso) la Summer school fisica in moto indirizzata a studenti particolarmente meritevoli della scuola secondaria. In tutto sono 25 i partecipanti - su un totale di 170 candidati -, provenienti da ogni parte d’Italia e selezionati in base alle valutazioni scolastiche e a un video auto-promozionale prodotto direttamente dagli aspiranti allievi. Piccoli Einstein che non solo non si annoiano a studiare durante l’anno i principi della meccanica o della dinamica, ma vogliono saperne di più. Tanto da sacrificare una parte, sia pur piccola, del loro meritato riposo estivo. Certo, ragazzi e ragazze non nascondono la simpatia per le gloriose moto Ducati, riprodotte nei manifesti che tappezzano le pareti dell’aula al posto delle tradizionali carte geografiche. Ma la passione cresce ancora di più assistendo alla lezione sulla fisica delle moto di un luminare come Hans Fuchs dell’università di Zurigo o seguendo l’intervento del direttore generale di Ducati corse, Filippo Preziosi, dedicato al rapporto tra competenze fisiche e competitività nel Moto Gp. Tra gli studenti, quindi, l’entusiasmo è alle stelle. Luigi da Napoli spiega perché.: «Finalmente ho potuto vedere la fisica teorica che ci insegnano a scuola applicata nel campo meccanico delle moto». Matteo viene da Solarolo, nella vicina Romagna: «Mi interessa la fisica, mi piacciono le moto, ho unito le due cose, ed eccomi qui per capire da vicino come funzionano». Tra i partecipanti all’avventura bolognese non mancano le ragazze. E sono motivatissime. A conferma che il vecchio adagio maschilista, "donne e motori…" deve essere quantomeno riscritto. Giada è di Dolo, in provincia di Venezia: Questa esperienza mi aiuterà in vista della tesina del prossimo anno, ma spero proprio di divertirmi». E un po’ filosofeggia: «Vorrei scoprire perché le cose avvengono in un certo modo anziché in un altro». Tra tante eccellenze del liceo scientifico non manca qualche "mosca bianca" del classico. «La fisica è una delle mie passioni - confida Micaela di Bari - ciascun principio si ritrova nella vita di ogni giorno. Ecco perché mi piace». Alla luce dell’esperienza di questi giorni racconta Giulio, romano, reduce dalle Olimpiadi della fisica, «penso di avere le idee più chiare sul mio futuro. Ho deciso: università e lavoro». Ed è proprio questa la grande sfida della Summer school, colmare il gap tra scuola e professione e riabilitare il lavoro manuale, Una "mission" confermata da Carlo Maria Bertoni del Piano nazionale lauree scientifiche: «Vogliamo scoprire nuove vocazioni in questo settore». Mentre Elena Ugolini, dirigete scolastico del liceo Malpighi di Bologna, ricorda l’importanza per la scuola in generale di questa esperienza in Ducati: «Poter valorizzare i talenti e l’impegno dei ragazzi attraverso delle esperienze concrete è fondamentale. In potenza dentro la scuola, dentro l’azienda, dentro l’università, ci sono tantissime professionalità, tantissimi talenti, tantissimi desideri, capacità, voglia di impegnarsi, occorre metterli in atto, occorre tirarli fuori». E Luigi Torlai, direttore risorse umane di Ducati, sfata vecchi pregiudizi: «Basta con la vecchia e sciocca separazione tra il mondo della cultura che sta nella sua torre d’avorio e il mondo delle imprese che sta con le mani sporche di grasso a realizzare qualche cosa. Le imprese traducono in pratica tutto il sapere che viene dal mondo scientifico. E questa è una cosa bellissima che va incentivata».
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