Gli esperti sono ancora al lavoro,
per superare gli ultimi nodi. Ma al Consiglio dei Ministri di
domani potrebbe arrivare un pacchetto di decreti fiscali. Anche
se l'ordine del giorno non è ancora stato ufficializzato,
l'esame dei provvedimenti sembra quasi obbligatorio, visti i
tempi - ormai stretti - del ddl delega. Il termine per il varo
dei decreti legislativi da parte del governo scade infatti
sabato 27 giugno e rinviarli ancora rispetto alla scadenza, in
toto o in parte, come pure qualcuno ipotizza, significherebbe un
nuovo slittamento dopo quello già reso necessario dalle
polemiche nate intorno alle misure sulle sanzioni penali e sulla
cosiddetta norma "Salva-Berlusconi". Per questo si lavorerà
anche stanotte e domani mattina, ma non è escluso che, alla
fine, per qualche decreto possa arrivare un ulteriore
slittamento. In arrivo ci sarebbe poi il decreto per risolvere
il problema dei dirigenti delle Agenzie Fiscali mentre
decisamente in forse restano invece le norme sulle banche
(compresa la deducibilità delle perdite), che sembrano
allontanarsi addirittura verso la legge di stabilità, e il piano
per la banda ultralarga. Matteo Renzi non esclude infatti che
per lanciare questa operazione possano bastare i passaggi
amministrativi del Cipe, senza ricorrere necessariamente ad un
decreto.
In vista della riunione di domani sera, la discussione
politica non si anima però stavolta intorno alla soglia di
punibilità della frode penale, che dovrebbe anzi del tutto
scomparire. I rischi peggiori, sia secondo esponenti della
maggioranza che della minoranza, sono legati alla maxi-riforma
del catasto. Intorno alle novità sulla casa, che dovrebbero
portare ad un aggiornamento di un sistema ormai anacronistico,
avvicinando i valori catastali a quelli di mercato, circolano,
secondo il presidente della Commissione Finanze della Camera
Daniele Capezzone, "stime terrificanti (anche in sede
governativa) in termini di aumenti di gettito". Una riforma del
genere sarebbe "un errore politico devastante". Ed anche dal Pd,
Giacomo Portas, presidente della Commissione di Vigilanza
dell'Anagrafe tributaria, avverte di non usare la casa come "un
limone da spremere", puntando anzi a ridurre il carico fiscale
sul ceto medio basso.
I rischi di una "stangata" sono legati soprattutto alla
condizione, presente nella delega ma di non univoca
interpretazione, di mantenere con la riforma una sostanziale
invarianza di gettito. Se l'invarianza fosse mantenuta solo a
livello nazionale, alcune aree del Paese registrerebbero
inevitabilmente, secondo molti, impennate dei valori.
Confermarla a livello comunale, invece, garantirebbe una
maggiore stabilità. Il governo sembrava inizialmente orientato
sulla prima opzione, ma ultimamente sembra invece aver corretto
il tiro.
Le polemiche non si fermano però qui. Da più parti, e non
solo esplicitamente come fa ancora Capezzone, si teme infatti un
pericoloso "ingolfamento" del Parlamento, già alle prese, alla
vigilia dell'estate, con delega P.a., riforma della scuola, ddl
concorrenza, dl pensioni, enti locali e riforma Rai. Se poi,
come pare probabile, oltre ai decreti delegati arrivasse anche
l'atteso provvedimento per sanare la questione dei dirigenti
delle Agenzie fiscali e per riordinare le funzioni di Demanio,
Entrate e Dogane, il piatto si appesantirebbe ancora di più. Una
delle ipotesi al riguardo è per esempio quella di un maggiore
decentramento delle attività del Demanio verso la periferia,
snellendo la sede centrale.