Uprogramma per il dialogo con l’islam, la domenica sera, dopo il gr della mezzanotte e, ogni giorno, alle 7 e 30, gli
highlights dei Tg delle televisioni panarabe
Al Jazeera, Al Arabiya e
Al Mayadeen più il canale iraniano in lingua araba
Al Alam. Così Radio1 focalizza il suo obiettivo sul mondo arabo e rilancia l’informazione internazionale della rete, nei giorni del terrore nel cuore dell’Europa. Nuovi format, che fanno il punto su quanto propongono i media di tutto il mondo: radio, tv, web e quotidiani: dalle tv europee (Bbc, France24, TVE) e americane (Cnn, Fox, Cbs, Nbc) a quelle nordafricane (Medi 1) e mediorientali fino ai notiziari di Russia, Cina e Australia, il primo servizio di questo genere offerto da una rete radiofonica in Italia. Martedì 22 marzo, a pochi minuti dalle esplosioni nell’aeroporto di Zaventem e nella metropolitana di Maelbeek, Radio1 ha completamente rivoluzionato il suo palinsesto per raccontare con un lungo filo diretto, durato 24 ore, tutti i drammatici momenti degli attacchi terroristici di Bruxelles. Gli attentati nella capitale belga, alla sede del giornale satirico Charlie Hebdo e al Bataclan di Parigi, l’escalation della violenza jihadista, in questi ultimi mesi, hanno profondamente cambiato il modo di fare informazione alla radio. «Gli ascoltatori non si accontentano più di notizie-flash, a cadenza oraria, all’interno di un flusso musicale, modello che sembrava vincente nelle radio commerciali – spiega il direttore di Radio1 e dei Gr Rai Flavio Mucciante – ma vogliono seguire in presa diretta i grandi fatti dell’attualità italiana e internazionale, approfondire i contesti, partecipare alla costruzione dei notiziari, integrandoli attraverso la loro diretta testimonianza». La missione del servizio pubblico – secondo Mucciante – è quella di far coesistere velocità di informazione e capacità di verifica con valutazioni attente e responsabili, che sappiano distinguere una notizia che merita approfondimenti o un’edizione straordinaria da sensazionalismi, che rischiano di alimentare paure e di creare psicosi ingiustificate ». In questo scenario – spiega il direttore di Radio1 – va ripensata anche la figura del giornalista del servizio pubblico: «Oggi non basta saper scrivere una notizia o realizzare un servizio, bisogna imparare a girare video, montare, disegnare grafici in 3 D, interagire nei blog». L’obiettivo è andare a presidiare le nuove piattaforme digitali, le piazza virtuali, dove gli utenti si incontrano e si scambiano impressioni e contenuti. Dopo le dirette su Periscope – anticipa Mucciante – in arrivo su Radio1 un servizio di videonotizie in pillole di 10/15 secondi per il social web. Mucciante, direttore di Radio1 e dei Gr radio