Pietro Bartoli (Fotogramma)
Un movimento politico, alternativo alla «politica dei like», ma diverso anche dal Pd con cui è alleato. All’assemblea nazionale di Democrazia solidale (Demos), all’istituto Seraphicum, la formazione fondata dall’ex viceministro Mario Giro e dal consigliere regionale del Lazio Paolo Ciani arriva forte del vistoso successo registrato alle Europee con Pietro Bartòlo, il medico dei migranti di Lampedusa che - candidato anche nella circoscrizione dell’Italia centrale - è stato il più votato nella Capitale, con 53.600 preferenze, distanziando persino politici come Giorgia Meloni e Antonio Tajani. Un segna- le importante per il Pd, da molti additato come 'il partito dei Parioli'.
«Ho scelto Demos - dice il neo eurodeputato - per i valori che rappresenta. Un carro piccolo, ma con merci preziose ». Appena eletto, a Strasburgo, vicepresidente della Commissione Libertà civili, ha scelto ora di impegnarsi a cambiare le politiche sull’immigrazione e l’accordo di Dublino, «mentre Salvini diserta i vertici perché ha tutto l’interesse di lasciare irrisolto un problema che ha tanto incrementato i suoi consensi».
E la politica 'dal basso' inizia a dare i primi frutti: ci sono i primi eletti di Demos a Cassino, Monterotondo, a Prato, ci sono militanti provenienti un po’ da tutte le regioni. Un investimento politico sulla solidarietà in un momento in cui il Paese sembra andare da un’altra parte: «Ci preoccupano - dice Ciani - idee pericolose che sembrano entrate nella mentalità comune, sulla legittima difesa, contro le Ong. Alimentando false paure, mentre altri sono i problemi veri da affrontare, a partire dall’inverno demografico».
Demos non accetta di essere indicata come 'stampella' del Pd: «Siamo diversi da un partito che guarda solo a sé stesso, e avversari di una destra odiatrice e razzista», attacca Giro. «Siamo radicali sui valori, ma ragionevoli e pragmatici sulle politiche». «È sbagliato collegare la giusta idea di una riforma fiscale alla la Flat tax, che ignora la progressività e favorisce solo i ricchi», dice l’economista Leonardo Becchetti. «Serve una riforma che alleggerisca le tasse ai più poveri». Al dibattito partecipano anche l’attrice Tezeta Abraham, la demografa Angela Silvestrini, e la giornalista Maria Cuffaro, che assegna ai giornalisti il compito di continuare a raccontare la realtà, «in un mondo in cui si fronteggiano troppe opinioni e fake news». Per Demos arriva l’incoraggiamento di don Antonio Mazzi: «Il vostro compito, un po’ come il nostro, è quello di stare accanto agli altri. Né avanti né indietro, ma in mezzo alla gente», dice il fondatore di Exodus.