Un concorso ordinario e uno straordinario per la "messa in ruolo" di quasi 50mila docenti della scuola secondaria, un nuovo concorso per gli insegnanti di religione cattolica dopo 15 anni dall’ultimo, la riapertura delle graduatorie di terza fascia e l’esclusione della rilevazione delle impronte digitali per certificare la presenza dei presidi e del personale ausiliario. E ancora: scuolabus gratis o a prezzo ridotto per i bambini; la chiamata veloce per cercare di assumere docenti in modo da coprire i posti che ogni anno restano vuoti e che, di solito, vanno a supplenza; norme sulla didattica innovativa e per la stabilizzazione dei collaboratori scolastici. Sono le principali novità contenute nel provvedimento per il reclutamento del personale scolastico e degli enti di ricerca che il Senato ha approvato ieri mattina in via definitiva con l’ennesimo voto di fiducia chiesto dal governo: 160 voti favorevoli, 121 contrari, nessuna astensione. «La scuola, l’università e la ricerca devono tornare al centro della politica anche economica di un Paese. Facciamo un passo avanti», ha commentato il ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti. Il decreto, che fu approvato dalla Camera il 3 dicembre, diventerà legge con la pubblicazione del testo sulla Gazzetta ufficiale, che dovrebbe avvenire il 28 dicembre.
I concorsi. È stata ampliata la platea di coloro che potranno partecipare al concorso straordinario per l’assunzione di 24mila insegnanti: possono candidarsi sia i docenti che abbiano maturato servizio nei percorsi di istruzione e formazione professionale (Iefp), sia coloro che abbiano effettuato una delle tre annualità richieste dall’anno scolastico 2008/2009, sia chi sta svolgendo nell’anno in corso la terza annualità di servizio. Inoltre, viene inserito il coding tra le metodologie didattiche da acquisire nell’ambito dei crediti formativi o durante il periodo di formazione e prova legato al concorso. Vengono poi riaperte le graduatorie di terza fascia con proroga fino all’anno scolastico 2022/2023. Al concorso, che sarà avviato contestualmente a quello ordinario (per altri 24mila posti), potranno partecipare per le cattedre di sostegno anche i docenti che stanno svolgendo il corso di specializzazione, oltre a quelli già specializzati. Coloro che non supereranno il concorso, ma avranno ottenuto un punteggio di almeno 7 su 10, potranno comunque avere accesso alle procedure per l’abilitazione all’insegnamento.
Le graduatorie. Arriva una 'mobilità volontaria' per quei docenti presenti nelle graduatorie di merito degli ultimi concorsi, che potranno così spostarsi (in coda a chi è già in quella regione) in regioni dove c’è possibilità di essere assunti in tempi più brevi. Le graduatorie di istituto si trasfor-mano in graduatorie provinciali; i soggetti inseriti in queste liste dovranno comunque indicare un massimo di 20 scuole.
I dirigenti scolastici. È stata abolita la norma che prevedeva l’obbligo di rilevare la presenza dei dirigenti e del personale Ata (amministrativo, tecnico e ausiliario) con impronte biometriche. Saranno inoltre assunti 146 ispettori; verranno internalizzati soltanto 11mila (non gli altri) tra ex-Lsu e lavoratori degli appalti storici nei ruoli di collaboratori scolastici della scuola statale.
I prof di religione. Dopo 15 anni dal precedente, arriva un concorso per insegnanti di religione cattolica; la quota riservata al personale in servizio da più di tre anni è del 50%.
Nuovi prof per "Quota 100". Ai docenti che non è stato possibile assumere sui posti lasciati liberi dai colleghi andati in pensione per "Quota 100" sarà riconosciuta, subito, l’immissione in ruolo ai fini giuridici. Sceglieranno il posto con priorità rispetto alla mobilità e alle nomine a tempo indeterminato del prossimo anno scolastico.
Soddisfatte si sono dichiarate le viceministre del Miur, Anna Ascani, del Pd, e Lucia Azzolina (M5s). Ma i sindacati criticano altri aspetti del provvedimento: il nodo precariato resta irrisolto.
Dopo 15 anni torna il bando per gli insegnanti di religione cattolica. Previsti anche scuolabus gratis o a prezzo ridotto per i bambini. Per i sindacati, però, il nodo del precariato resta irrisolto
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