Ansa
In presenza o a distanza, in classe o in cameretta, la scuola italiana è ancora saldamente ancorata a tre pilastri che nemmeno la pandemia è riuscita a scalfire: lezione frontale, compiti a casa e verifiche. Un trittico immutabile da decenni che, alla lunga, sta però diventando una zavorra sulla strada dell’innovazione didattica e rischia seriamente di far rientrare anche la Dad - che pure diversi meriti ha avuto almeno nella fase più cruenta della crisi sanitaria - tra le tante “occasioni perdute” della scuola italiana.
Dad o presenza pari sono
A queste allarmanti conclusioni giunge la ricerca “La Dad nell’anno scolastico 2020-21: una fotografia. Il punto di vista di studenti, docenti e dirigenti”, realizzata dalla Fondazione Agnelli insieme al Centro Studi Crenos e al Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali dell’Università di Cagliari e resa pubblica ieri. La rilevazione ha riguardato un campione rappresentativo di 123 scuole superiori, statali e paritarie, in tutta Italia. In ogni istituto sono stati proposti questionari a studenti (del III e V anno), docenti e dirigenti scolastici, raccogliendo complessivamente le risposte di 105 dirigenti scolastici, 3.905 docenti, 11.154 studenti. Ebbene, Per 9 studenti su 10, lezioni in video, verifiche e compiti a casa sono state le uniche attività proposte da tutti i docenti, senza particolare differenza tra le materie. Solo in 1 caso su 3 sono state proposte anche attività di ricerca che gli studenti potevano svolgere in autonomia e/o in gruppo, mentre in meno di 1 caso su 5 sono state sperimentate le più innovative piattaforme digitali che propongono giochi didattici, app ed esercizi interattivi per personalizzare i percorsi di apprendimento.
«Così è più faticoso»
«Nella pratica quotidiana della Dad non c’è stato alcun significativo cambiamento metodologico e organizzativo rispetto a prima della pandemia – sintetizza il direttore della Fondazione Agnelli, Andrea Gavosto –. Non è stato fatto un vero sforzo di sperimentare strategie per valorizzare di più autonomia e protagonismo dei ragazzi. Ciò forse può in parte spiegare perché gli studenti rivelino la loro fatica a seguire le lezioni in Dad, a tenere alte motivazione e attenzione, a interagire positivamente con professori e compagni, difficoltà tipiche dell’apprendimento da remoto».
Sostegno: 11mila posti in più
Buone notizie arrivano, invece, per gli studenti con disabilità. Come anticipato da Avvenire, ieri la commissione Bilancio della Camera ha approvato un emendamento al decreto Sostegni bis che consentirà l’assunzione, a tempo determinato, di 11mila docenti di sostegno specializzati. Dopo l’anno di prova e la relativa valutazione, potranno essere confermati a tempo indeterminato. «Si tratta di un grande risultato, una battaglia di civiltà iniziata nell’ambito della scorsa legge di Bilancio che ha seriamente impegnato tutto il gruppo del Movimento 5 Stelle – commenta la presidente della commissione Cultura della Camera, Vittoria Casa, prima firmataria dell’emendamento approvato –. Ma la soddisfazione più grande è un’altra: è che il risultato finale di questo lungo impegno sia tutto a favore degli alunni con disabilità, ragazze e ragazzi che da sempre soffrono per la mancanza di personale specializzato stabilmente assunto».
Specializzazione al via
Anche le università si preparano a formare nuovi insegnanti di sostegno. La ministra Maria Cristina Messa ha firmato ieri il decreto per il VI ciclo di formazione per il conseguimento della specializzazione per le attività di sostegno didattico agli alunni con disabilità nella scuola dell’infanzia, nella primaria, nella scuola secondaria di I e II grado. Complessivamente, si tratta di 22mila posti, oltre duemila in più rispetto al ciclo precedente. Le università ora dovranno emanare i bandi per l’accesso ai percorsi di formazione che si concluderanno entro il mese di luglio 2022. I test preselettivi si terranno a settembre: il 20 per la scuola dell’infanzia, il 23 per la primaria, il 24 per le medie e il 30 per le superiori. «Esclusivamente per questo VI ciclo – si legge in una nota del Mur – i candidati che abbiano superato la prova preselettiva del V ciclo ma che a causa di isolamento e/o quarantena per l’emergenza sanitaria non abbiano potuto sostenere le ulteriori prove, sono ammessi direttamente alla prova scritta».
Nuove assunzioni
Il decreto Sostegni Bis prevede ulteriori 400 milioni per assumere a tempo determinato, fino al 30 dicembre 2021, docenti e personale tecnico e amministrativo. Inoltre, ai precari storici della scuola, quelli con almeno 36 mesi di servizio, è riservato il 30% dei posti nei futuri concorsi. Una misura che, però, non convince i sindacati, che già parlano di «autunno caldo».