sabato 1 giugno 2024
Ogni domenica mattina alle ore 10.30 aprirà al pubblico la chiesa dell'istituto, che è dotata di un ingresso autonomo sulla strada. I detenuti non ci saranno, ma partecipare ha un senso. Ecco quale
La polizia davanti al carcere minorile di Milano Beccaria, negli ultimi giorni teatro di nuove proteste

La polizia davanti al carcere minorile di Milano Beccaria, negli ultimi giorni teatro di nuove proteste - Ansa

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A partire da domenica 2 giugno, ogni domenica mattina, l’Istituto penale minorile Beccaria aprirà le porte della sua chiesa alla cittadinanza e chiunque potrà partecipare alla Messa. Fino a questo momento, la celebrazione era riservata infatti ai detenuti e la chiesa veniva aperta ai cittadini soltanto in occasione della Messa di Natale. Invece da domani, per chi vorrà, l’appuntamento sarà ogni domenica alle 10.30. La chiesa è collocata sotto al teatro Puntozero-Beccaria e ha un ingresso autonomo sulla strada, nonostante sia collegata con l’interno del carcere. «Qui davanti hanno costruito qualcosa come mille appartamenti che vuol dire mille famiglie, e non è stata pensata neanche una chiesa – spiega don Gino Rigoldi, storico cappellano del Beccaria –. A me è piaciuta l’idea di aprirla a tutti, perché la Messa domenicale è sempre un servizio, ma soprattutto perché portare della gente a pregare dentro un carcere mi fa venire una eco nelle orecchie: “Venite, benedetti, perché ero in carcere e mi avete visitato”. Pregare qui assume ancora più significato, perché si pregherà nel carcere e per il carcere e i suoi ragazzi».

In occasione della prima domenica, insieme a don Gino, celebrerà la messa anche don Claudio Burgio, da poco succeduto a don Rigoldi nelle vesti di cappellano. Per le domeniche future, i due sacerdoti si alterneranno nella celebrazione, aiutati anche da don Davide Baschirotto, parroco di San Giovanni Bosco, la parrocchia del quartiere. «Chiaramente, in un momento del genere, penso che sia anche una preziosa occasione per stare accanto al Beccaria, ai ragazzi e a tutta la vita che si svolge in questo carcere che in modo particolare in questi giorni è molto difficile. Quella di domenica sarà quindi un’opportunità di preghiera e di memoria anche rispetto a questi ragazzi», aggiunge don Claudio. I detenuti non potranno prendere parte alla Messa per ragioni di sicurezza «però li sentiremo vicini, perché a pochi metri ci sono le celle. Questo può essere un importante modo anche per dare un volto spirituale a questa situazione di detenzione che è diventata così sofferente», conclude don Burgio.

Alla luce delle proteste di queste ultime settimane, la sicurezza in carcere è ai massimi livelli, e non solo a Milano; nei giorni scorsi un detenuto del Beccaria è riuscito a eludere la sorveglianza degli agenti di scorta e ad evadere mentre veniva trasferito, insieme ad altri due detenuti, in una comunità del Bresciano. Il ragazzo è fuggito poco prima di entrare nella struttura; l’allarme è stato dato subito e le ricerche sono ancora in corso. L’augurio di don Gino è che la situazione in futuro si calmi, per permettere anche ai detenuti di prendere parte alla Messa comune. «Domenica ci ritroveremo a pregare in particolare per questo carcere, che anche pochi giorni fa è saltato per aria, con conseguenze molto pesanti, soprattutto per i ragazzi che ora verranno trasferiti da tutte le parti, in giro per le carceri italiane. Spero davvero che ora ci metteremo a ricostruire un po’ questo posto perché ha le potenzialità, ma servono anche le persone per poterlo fare. Pregheremo ciascuno per la sua famiglia e per i suoi motivi ma anche per i detenuti di questo carcere e di tutte le altre strutture, perché possano incontrare la benedizione di Dio, la compagnia di Gesù Cristo e la sua consolazione. Faremo anche una preghiera speciale per noi che gestiamo il carcere, perché impariamo a essere degli educatori veri, più competenti, più efficienti».

La quasi totalità dei ragazzi detenuti è di origine straniera e di fede musulmana. Tuttavia, come racconta don Rigoldi, succede spesso che anche chi non è cristiano prenda parte alla Messa della domenica, per stare insieme «perché ci vogliamo tutti bene».
«Vedremo quanta gente verrà. Io credo che ne arriverà molta, perché la messa di Natale è sempre piena. Se sarà il caso, in futuro, faremo anche due messe» conclude speranzoso don Gino.

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