sabato 28 settembre 2024
L'Italia vince la Dream Euro Cup, primo campionato europeo per persone con patologie psichiatriche. Ma questa manifestazione rappresenta molto più di una competizione sportiva
La nazionale azzurra dei “matti per il calcio” ha vinto gli Europei
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Problemi di salute mentale ne hanno, ma a pallone sanno giocare e pure assai bene. Non è un caso se il loro ct, Enrico Zanchini, assai prima di metterlo in bacheca, quest’Europeo, aveva detto che «non c’è nessuno sconto, nessun buonismo, questo è sport agonistico, questi sono giocatori, noi siamo tecnici federali, questa è una squadra vera e forte», non solo, ma «devono poter essere inclusi in realtà al loro livello». Tant’è che la prima “Dream Euro Cup”, il campionato europeo di calcio a cinque per persone con patologie psichiatriche, l’hanno appunto vinto loro, gli azzurri (battendo in finale tre a due l’Ungheria in rimonta).

La Dream Euro Cup 2024 è stata organizzata dall'associazione non profit European culture sport and organization (Ecos) e finanziata dalla Commissione Europea, sostenuta da Roma Capitale e patrocinata da Figc, Coni, Cip, Sport e Salute, Regione Lazio, e Rai, con la partecipazione delle ambasciate dei Paesi coinvolti. «La Dream Euro Cup rappresenta molto più di una semplice competizione sportiva - ha detto Valerio Di Tommaso, presidente Ecos -, dimostra come lo sport possa essere uno strumento potente di inclusione e riabilitazione mettendo in evidenza il valore della salute mentale e portando l'attenzione su temi importanti come l’integrazione e la lotta allo stigma della malattia mentale».

La partecipazione di così tanti Paesi e la passione mostrata dai giocatori rendono questo progetto un esempio di come lo sport possa cambiare le vite: «Vedere questi ragazzi alzare la coppa è una gioia immensa - ha detto Santo Rullo, psichiatra, fondatore della nazionale Crazy for football- quando abbiamo iniziato, l'obiettivo era dare visibilità all'importanza dello sport nella riabilitazione psichiatrica, e oggi celebriamo un successo che va ben oltre il campo di gioco. Questo progetto è un simbolo di inclusione e speranza, e sono grato a tutti coloro che ci hanno creduto fin dall'inizio».

Enrico Manzini è una dei tredici campioni d’Europa: «Mi sento benissimo quando gioco a pallone, se anche nella giornata ho avuto problemi, tutti questi problemi spariscono». Andrea Bachiorri è uno dei due portieri: «Abbiamo avuto tutti delle esperienze difficili nella vita, credo questa sia una rivincita per tutto quello che abbiamo passato e vogliamo onorare questa opportunità». Cristiano Maoddi, con la nazionale italiana Crazy for football, è stato campione del mondo nel 2018: «Ci si sente per un momento una persona come gli altri, giocare a pallone aiuta anche a superare anche la malattia», perché «la malattia non è una colpa, ma un disagio». Infine, di nuovo Manzini: «Il futuro? Non lo so, ma adesso mi godo questi momenti».

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