La Conferenza episcopale italiana non ha partiti «da proporre o organizzare», «non fa i governi e non li manda a casa », mentre è «del tutto fuori luogo» l’interpretazione che abbia invitato il premier a fare un passo indietro. Lo ha sottolineato ieri il vescovo Mariano Crociata, segretario generale della Cei, il quale ha anche ribadito l’impegno della Chiesa in Italia nella difesa dei cosiddetti principii «non negoziabili», quelli cioè riguardanti la tutela della vita in tutte le sue fasi, il riconoscimento e la promozione della struttura naturale della famiglia, il diritto dei genitori di educare i propri figli. Monsignor Crociata ha fatto queste dichiarazioni nel corso della conferenza stampa di presentazione del Comunicato finale rilasciato al termine della riunione del Consiglio episcopale permanente che si è svolto a Roma da lunedì pomeriggio, con la prolusione del cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, fino a giovedì. «Non c’è nessuna iniziativa – ha detto il segretario Cei – volta alla costituzione, organizzazione, promozione di un partito. Non abbiamo partiti da promuovere o organizzare ». La Chiesa italiana invita a una «rinnovata presa di coscienza di questa responsabilità» da parte dei cattolici. Monsignor Crociata ha fatto riferimento al «giacimento di valori» che deve essere «reinvestito per il bene del Paese. Ne sentiamo tutti la responsabilità, ciò che abbiamo non possiamo tenerlo per noi». E ha quindi specificato che il «soggetto» di cui parla la prolusione del cardinale Bagnasco è «un soggetto culturale e sociale, è un invito a convergere a partire da questo patrimonio condiviso, attorno ai valori fondamentali propri del mondo cattolico, mostrando l’importanza di uno sforzo condiviso, comune».A questo proposito monsignor Crociata ha voluto inoltre «raccogliere lo spunto» da chi in questi giorni ha «voluto scrivere» che «i valori non negoziabili» sarebbero spariti dall’orizzonte della prolusione e della discussione della Consiglio permanente. E ha spiegato che «la dottrina, il plesso di valori, come li ha chiamati il cardinale presidente della Cei in altre occasioni, non è un vestito stagionale che si mette secondo le mode o l’atmosfera della giornata, ci appartiene sempre». «Oltretutto – ha aggiunto – il cardinale ha parlato di etica della vita e di etica sociale strettamente connessa, integrata e, al proprio interno, ordinata gerarchicamente». Insomma: «L’etica della vita è il fondamento dell’etica sociale».Rispondendo a una domanda dei cronisti se si potesse adombrare nella prolusione del cardinale Bagnasco l’invito a Silvio Berlusconi a dimettersi provocando una crisi di governo, Crociata ha risposto: «La Cei notoriamente non fa i governi e nemmeno li manda a casa». E poi ha precisato: «Attribuire alla prolusione del presidente una intenzione del genere è del tutto fuori luogo». Alla richiesta di chiarimenti se la Cei sia più vicina a un tipo di governo piuttosto che a un altro, monsignor Crociata ha poi spiegato che «i vescovi non formulano giudizi 'complessivi' su questo o quel governo, perché così 'farebbero politica', quanto piuttosto esprimono giudizi su singole questioni e temi che mettono in gioco i valori di fondo della vita, della dignità della persona e delle esigenze sociali». Quanto all’attenzione dei vescovi per alcune strutture aggregative (“Retinopera” e il “Forum delle persone e associazioni per il lavoro”), ha precisato che «tale attenzione rientra nello sforzo di far convergere attorno a valori condivisi tutto il mondo cattolico e non soltanto quello, anche coloro che eventualmente dovessero condividere tali valori pur senza far parte della comunità cristiana». E sulla presenza del cardinale Bagnasco al prossimo incontro organizzato dal Forum a Todi monsignor Crociata ha spiegato che «esprime questo senso di responsabilità, indirizzo e presenza per il bene del Paese a partire dai movimenti cattolici, dai cattolici popolari».Ad una domanda sulla eventuale previa approvazione da parte del cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone, della prolusione, il Segretario generale della Cei ha risposto che «non mi compete di parlare a nome della Santa Sede, ma posso ricordare che la prolusione è stata pubblicata sull’Osservatore Romano e che di solito il presidente della Cei conferisce previamente e personalmente con il Papa in occasioni così rilevanti». Riguardo alla “scuola cattolica”, monsignor Crociata ha rilevato che «purtroppo subisce condizioni di limitazione che provocano continue chiusure ». E ha precisato che «è una falsità dire che i contributi pubblici ad essa sottraggano risorse alla scuola statale, perché in realtà per i conti pubblici la scuola cattolica ha un costo enormemente inferiore rispetto a quella statale».