martedì 22 gennaio 2013
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​Ad un certo punto, prima dell’ora di pranzo, Silvio Berlusconi ha perso le staffe. E si è rivolto con una decisione mai vista prima a Denis Verdini: «È da un mese che vi ho detto che Cosentino non è in lista. Ma voi non mi avete aiutato, avete voluto tenere la partita aperta, non gli avete parlato chiaro. Io avevo già deciso: Nicola non può essere candidato. Immaginate i titoli dei giornali se fosse in lista... È un ostacolo che va superato, per il bene di tutti. Anche di Cosentino: lui è un perseguitato come me, sono certo che i pm ora smetteranno di tormentarlo». Alfano lì a due passi annuisce, Verdini alza le mani. E tocca infine al Cavaliere fare la telefonata definitiva al deputato ed ex sottosegretario accusato di associazione esterna con i Casalesi.L’ennesima telefonata dai toni tesi. Le garanzie sull’assistenza legale e sulla tutela politica Berlusconi le aveva già date sabato. Ma non erano bastate. Cosentino dall’altra parte della cornetta recrimina: «Dovevo saperlo prima. Questi sono modi tribali. La politica si fa a viso aperto. E invece anche tu, Silvio, quando sono venuto a parlarti di persona mi hai rassicurato, mi dicevi che era ancora tutto aperto». Sono le uniche frasi che trapelano. Il resto rimane nel segreto. Sarà svelato, forse, dallo stesso Cosentino in una conferenza stampa prevista stamattina a Napoli. Anche se il timore più grosso è un altro: il deputato potrebbe consumare la sua ritorsione nei due processi a suo carico, tirando in mezzo un bel pezzo del Pdl campano. «Non mi importa – è la reazione di Berlusconi a chi lo mette in guardia –. Sul rinnovamento ci ho messo la faccia. Lo vogliono gli italiani. E ci farà guadagnare due milioni e mezzo di voti».Sta di fatto che l’ultimo colloquio tra il Cavaliere e Cosentino scioglie anche il caso delle liste sparite. Berlusconi fa capire che il tentativo di arenare la presentazione dei candidati era inutile, che il partito si era già mobilitato per raccogliere nuovamente le firme. Così Cosentino consegna la documentazione al commissario campano Francesco Nitto Palma. E i suoi fedelissimi si spaccano: qualcuno accetta il posto in lista, altri si sfilano tra le polemiche.A comunicare con soddisfazione la decisione ufficiale è il segretario azzurro Angelino Alfano, sin dall’inizio ostile agli "impresentabili": «Noi abbiamo scelto di non ripresentare Nicola Cosentino e crediamo di avere fatto la cosa giusta – rimarca l’ex Guardasigilli al Tg1 –. La sua ricandidatura presenta una inopportunità da noi considerata grave. Questo – conclude – non significa che abbiamo abbandonato la nostra fede nel principio di non colpevolezza fino a giudizio definitivo e la nostra idea è che lui sia innocente».
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