"Il tema della lotta alla corruzione è
di rilievo assoluto in tutte le amministrazioni, soprattutto in
questi tempi di crisi". Lo ha detto il ministro
dell'Economia, Pier Carlo Padoan, aprendo il seminario al Tesoro
di presentazione della direttiva con il decalogo delle regole
anti-corruzione per le società pubbliche. La direttiva, ha
riferito il ministro, "sarà emanata a breve".
"Occorre tutelare l'interesse pubblico e occorre una corretta
gestione delle aziende pubbliche", ha aggiunto.
Le regole anti-corruzione che si
applicheranno alle società pubbliche presto saranno estese anche
alle società quotate controllate dallo Stato.
"Ulteriori approfondimenti sono in corso anche per le società
quotate nei mercati regolamentati. Nei giorni scorsi - ha
riferito Padoan - ci sono stati approfondimenti anche con
Consob". Con la presentazione di oggi, ha riferito, "concludiamo
la prima fase dell'approfondimento".
Le
linee guida contro la corruzione
nelle società pubbliche possono "introdurre anticorpi sani"
contro il mal costume nelle amministrazioni pubbliche ha aggiunto il presidente dell'Autorità Anti-corruzione, Raffaele Cantone che insieme a Padoan ha messo a punto il decalogo.
"Nessuno pensa che queste linee guida abbiano una funzione
salvifica o possano servire per sconfiggere la corruzione, ma
possono provare a introdurre anticorpi sani, una cosa
fondamentale per applicare le regole", ha affermato Cantone.
"Chiediamo uno sforzo alle società", ha aggiunto Cantone
ricordando che "ormai la maggior parte dei fondi pubblici vengono
spesi attraverso le società". Cantone ha poi sottolineato che la
direttiva anti-corruzione nelle
società pubbliche si applicherà anche "alle società atipiche come
le Fondazioni, troppo spesso usate come strumento per non
adeguarsi". "
Chiederemo alle Fondazioni controllate - ha detto - di
comportarsi come enti pubblici, chiederemo il rispetto delle
norme di trasparenza e delle regole anticorruzione. Dovranno
nominare un responsabile alla trasparenza".
Cantone ha poi escluso un intervento sulle intercettazioni
in questa fase: "lo considero completamente fuori dall'agenda"
ha detto sottolineando che
"è chiaro che in questo momento storico nessuno può pensare di
mettere in discussione le intercettazioni. Al massimo si può
pensare di ampliare la possibilità di fare intercettazioni, ad
esempio sui reati di corruzione".
"C'è poi un tema da tempo sul tappeto - ha aggiunto - che
riguarda i criteri di pubblicità delle intercettazioni. È un
argomento sul quale, prima o poi, va fatta una riflessione".
I contenuti del piano: dirigenti a tempo e responsabile anti-corruzione. I fatti di attualità, dal caso vigili urbani a Roma
fino al recente scandalo infrastrutture, hanno reso l'intervento
ancora più urgente. Ministero e Autorità viaggeranno dunque in
parallelo, agendo, nel caso del Mef, direttamente sulle
partecipate o controllate del Tesoro (dalla Rai ad Anas, da
Invitalia fino alle quotate), destinatarie di un'apposita
direttiva, e, nel caso dell'Autorità, sulle altre partecipate
della P.a, ma anche su associazioni e Fondazioni, oggetto di
specifiche linee guida. In attesa dei dettagli i contenuti
emersi finora parlano dell'istituzione all'interno di ciascuna
azienda di una nuova figura "integerrima": il responsabile
anticorruzione incaricato di delineare un piano di prevenzione
di cui ciascuna società dovrà dotarsi. Una novità assoluta
decisa a dicembre scorso, proprio al termine di uno dei tanti
incontri Cantone-Garofoli.
La definizione del piano presuppone però la "mappatura" delle
aree aziendali più a rischio di reato (appalti, concessioni,
finanziamenti, assunzioni) e dove dunque più forte dovrà essere
l'attività di prevenzione. Allo stesso tempo dovrà essere messo
a punto un codice di comportamento e dovrà essere osservata la
massima trasparenza sul web di tutte le informazioni riguardanti
la società (almeno di quelle non sensibili ai fini della
concorrenza). Sul fronte dipendenti, sarà sancita
l'incompatibilità degli incarichi e verrà anche disposta la
rotazione dei dirigenti, punto questo diventato particolarmente
caro all'Anac dopo il caso dei vigili romani e tornato alla
ribalta dopo l'arresto di Ercole Incalza. Le linee guida non
prevedono al momento un tetto di tempo, ma la legge delega sulla
p.a. prevede ad esempio per le amministrazioni un massimo di 6
anni, ovvero 3 anni di incarico nello stesso posto, rinnovabili
al massimo per altri 3. Alla rotazione si affiancheranno dunque
anche la distinzione e la ripartizione delle competenze: in
pratica, ad esempio, chi svolge l'attività istruttoria non potrà
adottare anche le decisioni, compiere gli accertamenti e portare
a termine le verifiche. Pratica già adottata all'Agenzia delle
Entrate, che ha fatto da pioniere in materia, sarà inoltre
quella della "soffiata": chiunque sarà testimone di un atto di
corruzione potrà denunciarlo, nella massima tutela della
privacy.