L’educazione ritorna al centro del rapporto di collaborazione tra la scuola e la famiglia, che si impegnano a sottoscrivere un nuovo Patto di corresponsabilità. Mentre le cronache delle ultime settimane raccontavano di contrapposizioni e, addirittura, violenze contro insegnanti e studenti, al Ministero dell’Istruzione stavano lavorando per mettere a punto una revisione del Patto educativo di corresponsabilità, voluto per la prima volta nel 2007 dall’allora ministro Giuseppe Fioroni, diventato ora Patto di corresponsabilità educativa. Dove l’educazione diventa, appunto, campo di azione comune a insegnanti e genitori (senza dimenticare i dirigenti). Una prima bozza del nuovo Patto è stata approvata nei giorni scorsi dal Fonags, il tavolo ministeriale dove sono rappresentate la associazioni dei genitori e ha ottenuto il via libera dell’Ufficio legale del Miur. Prima del definitivo semaforo verde, il testo sarà sottoposto al giudizio dell’apposita Commissione istituita dal Miur, che si riunirà subito dopo le elezioni politiche di domenica. Tra le novità della revisione del Patto, anche l’istituzione di una specifica Giornata della corresponsabilità nelle scuole.
«Questo nuovo Patto mi sembra una bella risposta all’emergenza educativa che caratterizza la nostra società», dice Maria Grazia Colombo, vice-presidente del Forum delle associazioni familiari e componente della Commissione ministeriale, che ricorda come il progetto “Immischiati a scuola”, voluto da Age, Agesc e Faes, abbia aperto la strada alla revisione del Patto di corresponsabilità educativa. Come segno concreto della rinnovata volontà di collaborare, Colombo ricorda la recente iscrizione dell’Associazione maestri cattolici al Forum delle associazioni familiari. «Noi genitori – aggiunge Colombo – abbiamo una professionalità e non sempre ne siamo consapevoli. A qualcuno può anche fare comodo, così “non rompiamo le scatole”, ma questo non fa certo il bene della scuola e dei nostri figli».
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L’atteggiamento corretto è, invece, quello descritto nel Patto che, per esempio, definisce «modi e tempi» per la presentazione, da parte anche delle associazioni dei genitori, «di proposte utili» alla redazione del Piano dell’offerta formativa. Tutte le attività in esso contenute, sia quelle curricolari che extracurricolari, dovranno poi essere «portate a conoscenza» delle famiglie «per il corretto e pieno esercizio del diritto di scelta all’atto dell’iscrizione». In ogni caso, si legge nel nuovo Patto di corresponsabilità educativa, «nel corso dell’anno è assicurata un’opportuna informativa sui contenuti delle attività proposte, che devono essere sempre rese note prima della loro pratica realizzazione». Un passaggio importante, quest’ultimo, per evitare, come successo nel recente passato, che entrino nelle scuole progetti o “esperti”, di tematiche anche sensibili quali il rispetto e la non discriminazione, senza che le famiglie siano informate e, soprattutto, abbiamo espresso il consenso alla partecipazione dei figli.
«La famiglia si deve riappropriare del proprio ruolo educativo», ricorda Fabrizio Azzolini, per anni presidente dell’Age e oggi alla testa dell’associazione Genitori insieme onlus, che promuove progetti di contrasto a bullismo e cyberbullismo. «Alla base di un corretto rapporto di collaborazione – chiosa Azzolini – ci deve essere il rispetto dei ruoli di ciascuno. In questo senso la scuola deve rispettare la funzione educativa della famiglia che, a sua volta, non deve trasformarsi nel sindacato dei figli».
Famiglie che, secondo la responsabile scuola di Forza Italia, Elena Centemero, «vanno aiutate di più», anche attraverso l’apertura di sportelli di ascolto per genitori. «Anche questo è un aspetto dell’emergenza educativa in atto – aggiunge Centemero – così come lo è la progressiva perdita di autorevolezza della figura del docente, che è stata sempre più svilita all’interno della società e che, evidentemente, va quanto prima recuperata».