mercoledì 15 luglio 2020
Il premier in vista del vertice Ue: accordo su Next generation Ue entro luglio e senza compromessi al ribasso, a settembre piano italiano di resilienza. E cita il Mes. Nuovi messaggi da FI
Conte alla Camera

Conte alla Camera - Ansa

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Una rivendicazione del ruolo dell’Italia nel dibattito sugli strumenti europei straordinari. Un riconoscimento all’azione della Commissione di Ursula Von der Leyen. E una chiara presa di posizione antisovranista: «Risposte nazionalistiche alla crisi sarebbero anacronistiche. No all’illusione del piccolo mondo antico, con chiusure e protezionismi. Se uno Stato pensa di avvantaggiarsi a danno di altri, crolla tutto. O vinciamo insieme o perdiamo insieme», dice il premier Giuseppe Conte alla Camera durante le comunicazioni che precedono il Consiglio Ue di venerdì e sabato. Oggi pomeriggio il presidente del Consiglio replicherà al Senato. Entrambe le sedute d’Aula si concluderanno con le votazioni di risoluzioni: dovrebbe essere stato sminato il rischio che un eventuale risoluzione di +Europa e Azione sul Mes spacchi la maggioranza. Sebbene il Mes resti lo spauracchio del dibattito parlamentare: il premier Conte, in modo neutro, nella sua relazione cita la linea di credito sanitaria aperta all’interno del salva-Stati come uno degli strumenti messi a disposizione dei 27 Paesi dell’Unione.

Il resto del discorso di Conte alla Camera, in linea con l’odg del prossimo Consiglio Ue che tratterà solo il piano Next generation Ue e il Bilancio pluriennale, è tutto rivolto al Recovery fund. Il premier ribadisce la posizione italiana: «Il Consiglio Ue non può mancare un obiettivo epocale. La decisione deve arrivare entro luglio e senza compromessi al ribasso. Anche il dibattito sul Bilancio – cui è legato l’attivazione del Recovery fund – deve avvenire con velocità, non in settimane e mesi con negoziati dove ognuno difende i propri interessi nazionali». Se tarda l’accordo sul Bilancio, infatti, tarda anche la partenza dei fondi europei.

Per Conte l’impostazione di Next generation Ue non deve cambiare rispetto alla proposta della Commissione e alla proposta di conclusioni dell’eurosummit presentata pochi giorni fa dal presidente del Consiglio Ue, Michel. «È fondamentale che il risultato finale quanto al volume e alla composizione sia coerente con la proposta sul tavolo e sia preservato il principio di un finanziamento straordinario a lungo termine tramite debito pubblico europeo. Altri aspetti che ritengo fondamentali sono i criteri di allocazione di Next Generation Eu che non devono essere stravolti; la governance nella proposta sul tavolo garantisce lo stretto collegamento del semestre europeo con le specifiche raccomandazioni della Commissione. È essenziale preservare la centralità degli obiettivi sociali e verdi». In poche parole: non scostarsi troppo dai 750 miliardi della proposta di Von der Leyen, di cui 500 miliardi in “grants”, sovvenzioni. E non stravolgere la “governance” del fondo, ovvero non squilibrare il potere di erogare i fondi dando più rilievo al Consiglio Ue (e quindi ai veti dei singoli Paesi) e meno alla Commissione. È il punto per cui il prossimo Consiglio Ue non potrà essere risolutivo, e che si vuole invece risolvere entro la fine del mese.

Per quanto riguarda il varo del Bilancio Ue, cui è collegato il Recovery fund, Conte ribadisce che alcuni privilegi degli Stati membri sono «anacronistici», ma che l’Italia è pronta a chiudere un occhio, specie sui “rebates”, se tutti i Paesi rimuoveranno i loro ostacoli al piano di ricostruzione.

Sul fronte interno, Conte promette che dopo la pausa estiva l’Italia presenterà «per prima» il proprio «piano di rilancio e resilienza», il documento che candida il Paese a ricevere i finanziamenti Ue a lungo periodo.

Particolarmente atteso, nel dibattito alla Camera, l’intervento di Forza Italia. Per i berlusconiani, Renato Brunetta lancia segnali molto chiari al premier: «Lei si è mosso bene e noi le auguriamo di portare a casa il risultato. Ma le chiediamo: sarà in grado di gestire il dopo?», chiede l’ex ministro della Funzione pubblica lanciando strali contro gli alleati “sovranisti”. Una domanda che lascia aperto il tema del governo e di un futuro, eventuale ingresso di FI in maggioranza.

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