Il primo ministro Giuseppe Conte tra gli operai dell'Ilva a Taranto (Ansa)
"Non ho la soluzione in tasca, in questo momento il dato di fatto è che Arcelor Mittal restituisce la fabbrica". Giuseppe Conte incontra gli operai dell'ex Ilva a Taranto e non nasconde le difficoltà del momento, ricordando che è aperto 24 ore su 24 un gabinetto di crisi sulla vicenda. "Nei prossimi giorni - afferma - vedremo come andrà la situazione, non ho pronta una soluzione ma qualsiasi situazione può diventare anche una opportunità".
Il presidente del Consiglio è stato assediato dai lavoratori dell'Ilva e dai cittadini al suo arrivo a Taranto. Conte non si è sottratto al
confronto: "Sono qui per ascoltare tutti", ha detto. E ha anche invitato con forza chi si rivolgeva a lui col volto nascosto a scoprirsi: "Togli occhiali e cappuccio, io sono venuto qui senza la maschera, con la mia faccia", ha detto.
E poi: "Secondo te un politico arriva e ti porta la soluzione in tasca? Da quanti anni esiste questa fabbrica?", ha detto Conte rispondendo a un cittadino che gli chiedeva di chiudere l'impianto e di trovare una soluzione. "Dobbiamo restare ancora sessant'anni con l'Ilva?", ha replicato qualcuno nella folla. Perché è noto che a Taranto c'è anche chi vorrebbe progettare un futuro senza il grande stabilimento. Un altro lavoratore, davanti alla portineria D ha infatti dettoa l premier: "Io faccio l'operaio qui a Ilva e ogni giorno mi vergogno perché so che creo un danno alla mia famiglia".
E c'è chi pensa all'intervento dello Stato per salvare le acciaierie. "Quando un mercato fallisce, interviene lo Stato -
afferma Francesco Boccia, il ministro degli Affari regionali. È una vecchia regola alla quale non ho mai abdicato. Io penso che vada costruita una nuova cordata. Ovviamente Mittal non se ne va gratis. Se Mittal va via, e risolve il contratto, pagherà le conseguenze di questa scelta, che pretende di lasciare per strada 6.500 persone". Boccia ha apprezzato anche "Il senso di responsabilità mostrato in queste ore da Banca Intesa con la sospensione dei mutui e dei prestiti personali per dodici mesi per i lavoratori ex Ilva e per i lavoratori delle aziende fornitrici. È un bel segnale". Iniziativa simile è stata presa anche da Unicredit per supportare tutti i soggetti coinvolti nelle difficoltà connesse alla vicenda della società ex Ilva.
Su questa linea anche il presidente dell'Inps. Pasquale Tridico: "Lo Stato è l'unico player possibile in grado di garantire occupazione e ambiente - osserva al Festival dell'economia -. Non esiste un altro player in grado di garantire occupazione e
risanamento ambientale, con investimenti a lungo termine. Il miglior equilibrio lo può garantire solo lo Stato".
Il segretario della Cgil, Maurizio Landini, sottolinea l'importanza per l'Italia dell'ex Ilva e della produzione di acciaio "se vuole rimanere un paese industriale". "L'acciaio serve. Se non hai acciaio - spiega il segretario della Cgil - non fai industria e non sei in un processo di innovazione". E sostiene poi la partecipazione statale con un 20-30% delle azioni, anche come segnale di buona volontà verso nuovi investimenti. Del resto "già oggi son pubblici i più grandi gruppi: Eni, Enel, Poste".
La vicenda coinvolge anche Genova e qui si registra l'intervento dell'arcivescovo, il cardinale Angelo Bagnasco, che si rivolge al Governo commentando la situazione di incertezza in cui versano le acciaierie ex Ilva dopo il ritiro di Arcelor Mittal. "Il buonsenso deve prevalere, l'intelligenza e il buonsenso, perché qui si tratta non di scaramucce di principio, ma di lavoro e vita concreta di migliaia di famiglie, è una gravissima sconfitta per il Paese". Bagnasco invita i lavoratori siderurgici "a non perdersi d'animo, a
mantenere la fiducia, i nervi saldi, sono vicino a loro e alle loro famiglie, voglio assicurare che tutti quanti cerchiamo di fare la propria parte".