Dall’Algeria si attendono interventi della protezione civile e dall’Europa un segnale concreto da parte dell’ufficio umanitario, mentre dai paesi arabi tutto tace. In prima fila il governo italiano, che ha risposto prontamente stanziando un contributo volontario di emergenza di 200mila euro, come si legge in una nota diffusa il 22 ottobre, dopo pochi giorni l’allarme: "Il contributo italiano punta a sostenere le operazioni poste in essere dall’Alto Commissariato Onu per i Rifugiati (Unhcr) e dalle altre organizzazioni operative sul posto, tra cui anche l'Ong italiana Cisp, in favore della popolazione Saharawi ospitata nei campi di Tindouf". Un coordinamento composto dalle Agenzie Onu, Mezza Luna Rossa Sahrawi e le Ong presenti nei campi aggiorna quotidianamente le liste delle perdite, le necessità secondo settori prioritari, gli arrivi imminenti e programmati. Il 25 ottobre è arrivato il rappresentante personale del Segretario Generale dell’Onu Christofer Ross, per una già programmata visita nei campi dei rifugiati Sahrawi, prevista nel quadro del Piano di Pace siglato dalle parti nel 1989 che prevede trattative tra Fronte Polisario e Marocco per concludere pacificamente il conflitto, aperto nel 1975, passato per un cessate il fuoco nel 1989, bloccato da 15 anni. "Oggi abbiamo incontrato Christofer Ross, come Consorzio di Ong presenti nei campi Sahrawi – ci ha informato Lyes Kesri, rappresentante del Cisp nei campi da otto anni – abbiamo esposto il nostro allarme sui danneggiamenti dell’alluvione e l’imminente pericolo per le malattie che si diffonderanno a breve. Ma l’incontro che abbiamo chiesto come ONG era anche per chiedere aggiornamenti circa il Piano di Pace, ormai bloccato da anni, che inchioda il destino dell’intera popolazione. Ma Ross non è stato ottimista e la situazione sembra ancora non trovare soluzione. Noi tutti temiamo che, come questa alluvione trascina via beni e alimenti, il fallimento della via diplomatica spazzi via le speranze della gente, soprattutto dei ragazzi che crescono che nonostante tutto, hanno diritto ad un futuro". La pioggia è ancora in arrivo e le temperature si abbassano. Speriamo che alla popolazione Sahrawi arrivino presto aiuti consistenti e, soprattutto, una luce di speranza.
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