martedì 5 aprile 2022
Cambia la tradizione del prestigioso club sportivo sul Tevere. I soci, tutti uomini, hanno modificato lo statuto. Ma più di uno su tre ha votato contro la delibera.
L'ingresso del Circolo canottieri Aniene, a Roma

L'ingresso del Circolo canottieri Aniene, a Roma - Ansa

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Della serie: “Qui entrano solo i campioni”. Anzi meglio: “Se sei donna, entri solo con la medaglia d'oro al collo”, e senza votare. Ma da ieri non più. Al Circolo Canottieri Aniene, il circolo sportivo più esclusivo di Roma, dopo 130 anni dalla fondazione, potranno iscriversi finalmente con diritto di voto anche le donne.

Certo, ci vuole tempo per riflettere e accettare certi cambiamenti. Soprattutto poi quando la decisione storica viene presa nella Sala delle Vetrine, sotto il peso dei cimeli storici degli atleti più premiati del Circolo. Soprattutto se più di un terzo dei soci, tutti rigorosamente uomini, sono contrari. Alla fine, però, 237 iscritti, contro 150, hanno votato in assemblea per cambiare l’articolo che da sempre ammetteva tra i soci del club solo maggiorenni “di sesso maschile”.

Una decisione importante, lasciata all’ultimo punto dell’ordine del giorno della riunione annuale. Prima c’era da festeggiare per la nomina a socio onorario del tennista Matteo Berrettini, arrivato a sorpresa al Circolo dopo l’operazione ad una mano. Poi spazio alla nota soporifera dell’approvazione del bilancio consuntivo, e solo alla fine, con un bicchiere d'amaro, il punto più dolente che ha surriscaldato gli animi. Già, perché non è stato facile, per i circa 400 votanti, buttare all’aria più di un secolo di tradizione. Non c’è stato modo di convincere i recalcitranti, con la “scusa” del progresso e della fine delle discriminazioni. Non sono bastati i richiami ai valori dello sport, come l’integrazione e la parità di genere. Alcuni hanno chiesto di rinviare la decisione, per affrontare “con più serenità” il cambio di direzione. Ma i più conservatori, tra cui anche alcuni giovani, hanno alzato barricate, ribadendo che “Il regolamento interno non ha nulla a che vedere con i diritti”.

A spingere da tempo per cambiare quella norma storica, il presidente del Coni Giovanni Malagò e il presidente del circolo Massimo Fabbricini. Fino a ieri solo cinque erano le donne socie onorarie dell’Aniene, e si chiamano Federica Pellegrini, Flavia Pennetta, Josefa Idem, Simona Quadarella, Caterina Banti. Ma tutte senza diritto di voto. Regole che erano state già più volte definite come «discriminatorie e anacronistiche» anche dal premier Mario Draghi, dalla ministra per le Pari Opportunità Elena Bonetti, e dalla sottosegretaria allo sport Valentina Vezzali. Il caso era finito perfino sul tavolo dell’Intergruppo per i Diritti e le Pari Opportunità della Camera, guidato dall’on. Laura Boldrini, prima firmataria di un’interrogazione parlamentare. Anche altre campionesse dello sport come la campionessa olimpica Sara Simeoni, e l’«associazione atlete assist», avevano espresso il loro dissenso. In ogni caso il futuro dell’Aniene adesso è anche in rosa. Con buona pace di quei conservatori più conservatori che hanno minacciato di portare la decisione dell’assemblea in tribunale.

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