Bambini nati con la tecnica della maternità surrogata in una clinica di Kiev, Ucraina, nel 1921 - Archivio
Asse tra Lega e Partito democratico contro la procreazione assistita. Al Comune di Milano, le consigliere comunali Deborah Giovanati (del Carroccio) e la consigliera Roberta Osculati (eletta nelle fila dei dem) hanno presentato un documento congiunto per chiedere all’amministrazione guidata dal sindaco Beppe Sala di fare chiarezza sull’evento “Wish for a baby” (desiderare un bambino), il cui scopo è, scrivono gli organizzatori della manifestazione, «far incontrare gratuitamente i migliori esperti di fertilità di tutto il mondo», ma in pratica per offrire servizi e informazioni sulle varie tecniche di procreazione assistita.
L’evento è in programma nello stesso periodo (sabato 20 e domenica 21 maggio), negli stessi spazi, con le stesse finalità di quello programmato e poi sospeso un anno fa a Milano e per questo le consigliere hanno depositato un ordine del giorno «che invita l’amministrazione comunale a fare chiarezza sulla manifestazione e ad attivarsi con la questura e le forze dell’ordine per evitare che venga pubblicizzata la maternità surrogata, in palese violazione della legge italiana».
«Non possiamo accettare – hanno spiegato Giovanati e Osculati – che vengano surrettiziamente passati contenuti contrari alle norme in vigore nel nostro Paese, che con l’art. 12 della Legge 40/2004 vieta e sanziona qualsiasi forma anche solo di pubblicizzazione della maternità surrogata».
«Noi ci opponiamo totalmente ad una manifestazione che, utilizzando gli strumenti tipici del marketing e della pubblicità più accattivante, propone di fatto una idea di bambini trasformati in merce e del corpo delle donne in contenitore – ha detto la capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera, Luana Zanella –. È una grave offesa alle donne. Perciò ho rivolto una interrogazione al ministro della Salute Schillaci per chiedere: iniziative per impedire lo svolgimento della fiera “Wish for a baby”; se l’evento violi la legge sulla fecondazione; se risulta che la fiera abbia usufruito di sovvenzioni dirette e indirette da parte di soggetti pubblici; se non ritenga che la fiera, pubblicizzando il mercato globalizzato di gameti e di embrioni non sponsorizzi di fatto la surrogazione di maternità». “Wish for a baby” è presentato nei siti, ha detto ancora Zanella, come «primo evento gratuito interamente dedicato alla fertilità e alla genitorialità. In realtà è una fiera della maternità in provetta e delle tecniche di procreazione assistita che si è già svolta in altre capitali europee».
Contraria alla manifestazione, definita senza troppi giri di parole: «La fiera della provetta», anche la rete di associazioni femministe e Lgbt, che tra le sue fila annovera realtà come Arcilesbisca e Resistenza Femminista e molte altre: «La pratica dell’utero in affitto consiste nel disporre di corpi di donne per avere bambine e bambini su ordinazione».