Sono ore decisive per il futuro della scuola paritaria di Bibiana. Al centro di un caso nazionale che vuole vedere contrapposte le scuole paritarie a quelle dello Stato o dei comuni. La questione si è guadagnata l’onore delle cronache da quando Pier Giorgio Crema, il nuovo sindaco del piccolo centro in provincia di Torino (Bibiana ha poco meno di 3.500 abitanti), ha chiesto l’autorizzazione per aprire il nuovo asilo comunale, voluto dalla precedente amministrazione, e costato circa 1,5 milioni di euro. Secondo una legge regionale (Dcr 252/2013) si possono aprire nuove sezioni di scuola materna solo quando il sistema integrato delle strutture statali, comunali e paritarie non ha posti sufficienti per accogliere tutti i bambini. L’attivazione di nuove sezioni in una scuola dello Stato o del Comune non può determinare la cancellazione di sezioni nella scuola paritaria. La Regione Piemonte, di fronte all’ipotesi di nuove aperture, raccoglie «il parere motivato di eventuali scuole paritarie o statali presenti nel bacino d’utenza», allo scopo di evitare duplicazioni del servizio scolastico. E così è accaduto. Interpellato, il parroco don Ermanno Martini, 83 anni, responsabile della scuola per l’infanzia “San Marcellino”, ha semplicemente comunicato che la scuola parrocchiale, inserita nelle rete pubblica, dispone ancora di 30 posti liberi. La normativa regionale, in circostanze come questa, non permette di attivare ulteriori sezioni a Bibiana.
Nessun veto del sacerdote. Ad alimentare la polemica si è aggiunta la questione legata alle diverse rette d’iscrizione. Alla materna paritaria sono di 150 euro mensili, rispetto a quelle della materna voluta dal Comune, di 100 euro. «Ma è adeguato questo modo di porre la questione?» domanda Luigi Vico, presidente provinciale della Fism (la Federazione italiana che rappresenta le scuole cattoliche materne). E prosegue: «La rete scolastica regionale si appoggia grandemente sulle scuole paritarie, senza di esse andrebbe in profonda crisi e la spesa pubblica salirebbe alle stelle: 6mila euro il costo sostenuto mediamente dall’ente pubblico per ogni bambino, 500 euro quello richiesto dalle scuole paritarie che in molti casi, come a Bibiana, accolgono gratuitamente i bimbi delle famiglie più povere». E c’è chi, come l’ex assessore regionale Giampiero Leo (padre della legge regionale in vigore) incalza. «Con i soldi che il Comune ha devoluto alla realizzazione di una nuova scuola materna avrebbe potuto pagare il costo di 11mila bambini nelle scuole paritarie». Difende la “sua legge” ricordando che anche l’attuale ministro Stefania Giannini ammette che la legge di Berlinguer sulla parità scolastica di fatto non è mai stata attuata completamente soprattutto nella parte economica, ma che a livello regionale ci si impegnò per supplire a tale carenza. Per dirimere la questione ieri l’assessore regionale all’Istruzione Gianna Pentenero ha convocato un tavolo con i sindaci (altri casi stanno coinvolgendo 5 comuni) e la Fism. Sono emerse alcune ipotesi e proposte. In queste ore al vaglio della giunta guidata dal sindaco Crema e dai vertici della Fism. Il quadro è complesso e delicato. Il sindaco ha già detto che non vuole che il nuovo asilo rimanga «una cattedrale nel deserto», ma che neppure si possono abbandonare al loro destino gli otto dipendenti della scuola materna paritaria che rischiano il posto. Al momento sono 69 i bambini iscritti alla paritaria della parrocchia e 29 a quella del sindaco. Una classe in meno per la “San Marcellino” rispetto allo scorso anno. L’assessore regionale si è impegnato a cambiare la normativa a partire dai prossimi mesi, e il dibattito è già acceso. Da parte della Fism nazionale è arrivata una nota in cui si esprime con chiarezza che «la nostra federazione del Piemonte sta assistendo a un attacco immotivato alle nostre scuole in relazione a una faziosa interpretazione della legge regionale». E ritiene «che la normativa piemontese rappresenti una buona prassi, che pone realmente su un piano paritetico ogni istituzione». Secondo un dossier presentato ieri mattina dal gruppo regionale di Forza Italia emerge che in Piemonte su circa 600mila studenti, 66mila frequentano le scuole paritarie e oltre 520mila quelle statali. Secondo una stima del Miur, ogni scuola paritaria costa allo Stato meno dell’1% di quella statale ma offre il servizio a oltre il 10% degli alunni.