L’abbraccio tra Meloni e la mamma di Giovanbattista Cutolo, il giovane musicista ucciso a Napoli - ANSA
Dopo il “modello Tunisia” per cooperare coi Paesi di partenza dei migranti, ecco il “modello Caivano” per contrastare la criminalità minorile e alleviare il disagio delle periferie. A una settimana dalla visita del governo nel comune alle porte di Napoli teatro dei turpi abusi di gruppo su due bambine, il Consiglio dei ministri ha varato l’annunciato pacchetto di provvedimenti, inseriti in uno dei decreti legge licenziati ieri, dopo un confronto durato due ore e forse più animato del previsto. Si tratta di una «sfida difficile», ma «sono stati presi impegni precisi in zone franche, dove lo Stato aveva deciso di indietreggiare », ha detto la premier Giorgia Meloni, intervenendo mentre era già in corso la conferenza stampa seguita al Cdm. «Volevo essere qui perché su alcune materie in passato lo Stato ha preferito non entrare e metterci la faccia perché pericoloso. Ora lo Stato decide di mettere la faccia in materie complesse e difficili da risolvere». Nell’intento del governo, il decreto Caivano è un modello di intervento replicabile in altre aree dove ricorrano analoghe emergenze: «Prevediamo una stretta sulla criminalità giovanile, che si sta diffondendo a macchia d’olio», assicura la premier, affermando che le norme contenute nel provvedimento «impatteranno su altre zone nella stessa condizione». Taglienti i commenti delle opposizioni. Per la segretaria dem Elly Schlein, «la prima impressione a caldo è che si insista solo sulla repressione, ma serve un investimento sulla prevenzione».
Giorgia Meloni e il ministro della Giustizia Piantedosi - ANSA
« Tre direttrici». Il decreto contiene misure per «urgenti di contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile» ed è stato approvato, fa sapere Palazzo Chigi, su proposta della premier e dei ministri di Interno, Giustizia, Sport e giovani, Istruzione, Famiglia e Affari Europei, tutti ieri presenti in conferenza stampa. Il testo da un lato introduce norme «per il risanamento e la riqualificazione del territorio del Comune di Caivano e per favorire lo sviluppo economico e sociale dell’area», ma dall’altro interviene «sull’applicabilità delle misure cautelari ai minori di 18 anni, con l’obiettivo di sanzionare e dissuadere dal tenere comportamenti contrari alla legge» e prevede «specifici percorsi di reinserimento e rieducazione del minore autore di condotte criminose».
Un commissario e 30 milioni. Il primo articolo del dl, ha spiegato il sottosegretario Alfredo Mantovano, prevede l'istituzione di un commissario (il dirigente medico della Polizia Fabio Ciciliano, che «conosce bene il territorio») con «30 milioni di euro per un primo intervento di risanamento» che partirà col ripristino anche grazie al Genio militare e agli esperti del ministero dello Sport - del Centro sportivo Delphinia, che era un «fiore all'occhiello prima di diventare una discarica».
Daspo urbano. Ma è negli articoli da 2 a 5 del dl che si concentrano diverse novità sul piano penale e sanzionatorio, come i ministri di Giustizia e Interno Carlo Nordio e Matteo Piantedosi hanno chiarito. Viene estesa infatti l’applicabilità del cosiddetto “daspo urbano” (o Dacur, ossia il divieto di accesso a particolari aree di un comune) ai minori di età fra 14 e 18 anni, che verrà notificato ai genitori e comunicato alla locale procura per i minori. Il divieto di avvicinamento a locali pubblici (comprese scuole e università) viene esteso a chi detiene sostanze stupefacenti ai fini di spaccio. Inoltre, sono ampliati i casi in cui il questore può disporre misure accessorie (come l’obbligo di presentarsi in commissariato o di stare a casa in certi orari). Ancora, il “daspo Willy” (dal nome del caso Monteiro) che vieta l’accesso a pub e altri locali di intrattenimento contro la movida violenta può essere applicato ai denunciati e durare da un anno a 3 anni, con sanzioni che arrivano a 24mila euro. Aumenta la durata dal foglio di via obbligatorio e la facoltà di arresto in flagranza per il porto d’armi, anche improprie.
Stop al cellulare. Per contrastare le baby-gang, c’è la misura di prevenzione dell’avviso orale, prevista ora anche per i 14-18enni. Inoltre, il questore può proporre alla magistratura di vietare agli stessi over 14 «di possedere o utilizzare telefoni cellulari e altri dispositivi per le comunicazioni dati e voce» se usati per condotte illecite alla base dell’avviso orale.
Ammonimenti. L’introduzione dell’imputabilità per i minori sotto i 14 anni (alimentata anche da un certo pressing mediatico del vicepremier leghista Matteo Salvini nei giorni scorsi) è stata seccamente smentita dal governo. Tuttavia il dl reintroduce per i minori l’arresto per pericolo di fuga e abbassa l’età per una serie di misure, come l’ammonimento del questore per i minori da 12 anni in su che commettano reati gravi, convocati insieme a un genitore che dovrà pagare una multa fino a mille euro. Un altro ammonimento toccherà ai bulli che maltrattano coetanei. Anche in materia di arresto, si amplia la possibilità di farlo scattare a carico degli over 14, in caso di determinati presupposti, come la flagranza o reati tipo il furto aggravato, il porto d’armi o la resistenza a pubblico ufficiale. Una stretta controbilanciata, secondo il governo, con la possibilità di vedersi alleggerita la pena se si accetta di compiere lavori socialmente utili. «Abbiamo cercato di coniugare la necessità della repressione della delinquenza minorile con quella di consentire un percorso rieducativo », afferma il ministro Nordio. Anche la premier rivendica l’obiettivo: «Ci hanno detto: vogliono sbattere in galera i 12enni. Non è così: c'è invece la previsione che per reati gravi possano essere chiamati in causa i genitori», molti criminali «si sono fatti scudo dei minori e a questo vogliamo porre in freno».
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La stretta sulla dispersione scolastica. «Ho scoperto che per chi non manda i figli a scuola la pena è di 30 euro. Ora invece stabiliamo che rischi di farti 2 anni di carcere e di vederti revocata la potestà genitoriale», prosegue la presidente del Consiglio, aggiungendo di interventi simili si discuteva in passato per le famiglie rom e che «nelle famiglie islamiche c’è una dispersione scolastica accentuata e questo va affrontato con determinazione. In Italia c’è l’obbligo scolastico e deve esser garantito».
Parental control sui siti porno. In Cdm alcune misure sono state dibattute a lungo. La ministra per la Famiglia Eugenia Roccella ha insistito sul divieto per i minori di accedere a siti porno. Materia «complessa» secondo la premier, poco convinta che fosse «giusto intervenire per decreto» e fiduciosa che «le forze politiche in Parlamento possano agire». Così nel dl è entrata una formulazione soft che insiste sulla «responsabilità educativa della famiglia» e punta sull’inclusione «del parental control in tutti i device. Diamo tempo ai produttori di inserirlo ».
Il caso Giambruno. Infine, la premier ha risposto a i cronisti che chiedevano conto delle singolari affermazioni in tema di stupro fatte nei giorni scorsi dal compagno, il giornalista tv Andrea Giambruno: «É stato frainteso. E comunque “occhi aperti e testa sulle spalle”, mia madre mi ha sempre detto. Poi, qualunque cosa Giambruno dica vengo chiamata in causa. Vorrei capire qual è la lettura che voi date del concetto di libertà di stampa».