martedì 4 giugno 2024
La legge 107 del 2015 assegnava i 500 euro annui soltanto ai docenti di ruolo. Ma Corte di Cassazione, Consiglio di Stato e Corte di Giustizia europea sono contrari. Migliaia di ricorsi
Migliaia di insegnanti precari annunciano ricorso per ottenere la Carta docente

Migliaia di insegnanti precari annunciano ricorso per ottenere la Carta docente - Fotogramma

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Potrebbe costare carissima alle casse dello Stato, la scelta di assegnare soltanto agli insegnanti di ruolo la Carta docente da 500 euro l'anno, introdotta con la legge 107 del 2015, la cosiddetta Buona Scuola. Anche negli ulltimi giorni, diversi Tribunali (da Cosenza a Castrovillari a Treviso, soltanto per citare le sentenze più recenti), hanno accolto i ricorsi dei precari che, forti di una sentenza della Corte di Cassazione - e di un pronunciamento del 2022 del Consiglo di Stato e della Corte di Giustizia europea, che vieta di discriminare tra lavoratori assunti a tempo indeterminato e determinato - hanno chiesto la Carta per l'aggiornamento professionale, ottenendo anche gli arretrati. E condannando il Ministero dell'Istruzione e del Merito a risarcire i docenti per una media di circa 2.500 euro a testa. A promuovere i ricorsi è il sindacato autonomo Anief, che ha quantificato in oltre 200mila insegnanti precari la potenziale platea dei beneficiari della Carta. Se tutti facessoro ricorso, vincendolo come è sempre accaduto finora - tanto che l'Anief annuncia di aver già ricevuto 20mila sentenze favorevoli - lo Stato potrebbe essere costretto a sborsare oltre 100 milioni di euro in risarcimenti.

«Ma la somma risarcitoria potrebbe essere molto superiore - avverte un comunicato dell'Anief - considerato che può essere chiesta per gli ultimi cinque anni, quindi, con recuperi fino a 3mila euro a docente, oltre che le decurtazioni al plafond della carta docente già previste per il 2024 e il 2025 e l’estensione del beneficio pure al personale educativo per via di un’altra pronuncia della Cassazione». «Ora - aggiunge il presidente nazionale dell'Anief, Marcello Pacifico - il Governo pensa a inglobarla nello stipendio nel prossimo contratto, ma dovrà sempre pagarla per il servizio svolto negli ultimi 5 anni o dall'invio della diffida interruttiva».

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