Un comitato d’affari che poteva avvalersi della compiacenza di professionisti e magistrati. Ci sarebbe anche questo secondo i pm di Genova dietro l’
affaire Carige. Perciò la procura di Torino ha ricevuto da quella di Genova gli atti relativi a sospetti contatti tra quattro magistrati e l’ex presidente del consiglio d’amministrazione della banca genovese, Giovanni Berneschi.Berneschi, secondo quanto emerge dalle indagini della Guardia di finanza di Genova – attraverso l’avvocato Andrea Baldini e la moglie di quest’ultimo, Pasqualina Fortunato, magistrato del lavoro a La Spezia, avrebbe avuto un trattamento di favore dal procuratore della Spezia Maurizio Caporuscio. A Savona il procuratore capo Francantonio Granero, il cui figlio Gianluigi Granero è consigliere del Cda di Carisa (sempre nell’orbita Carige), avrebbe offerto suggerimenti processuali a Berneschi nell’ambito del crack Geo Costruzioni in cui risulta indagato. Episodi su cui dovrà pronunciarsi la procura di Torino, territorialmente competente per le inchieste che coinvolgono magistrati liguri. A Genova è invece il procuratore aggiunto Vincenzo Scolastico ad essere tirato in ballo da alcuni indagati. Gli interessati respingono le accuse e annunciano querele.Nell’indagine si parla anche di alcune operazioni condotte passando attraverso lo Ior. Viene fatto riferimento anche a tre vescovi del Ponente ligure. Ma proprio gli investigatori mostrano cautela, poiché nel corso delle intercettazioni sarebbero stati accertati alcuni episodi di millanteria e proferiti i nomi di persone il cui coinvolgimento andrà verificato. In procura dovranno controllare anche la correttezza di alcune "sponsorizzazioni", come l’acquisto di dvd di una nota casa di produzione per un totale di circa 300mila euro. Uno degli indagati cita con preoccupazione il cardinale Angelo Bagnasco, parlando di un intervento dell’arcivescovo di Genova che – come si evidenzia dalle intercettazioni – voleva sgomberare il campo dalle ambiguità in una faccenda dai contorni troppo opachi.Secondo gli investigatori il modus operandi seguiva un copione con poche varianti: il commercialista Vallebuona, consulente di Carige, redigeva perizie specifiche sul bene da acquistare determinandone il valore della quota, e l’acquisizione veniva deliberata attraverso il cda di Carige Vita Nuova. Il valore di cessione, affermano gli investigatori, veniva gonfiato a dismisura creando così sopravvenienze eccezionali. Come esempio di acquisizione spicca la Balitas di Lugano, società di mediazione patrimoniale che, secondo gli investigatori, è stata usata negli anni per «drenare risorse alle compagnie Carige Vita Nuova e Carige spa». Attraverso un complesso meccanismo di rimandi ad altre società gli indagati avrebbero potuto occultare ingenti capitali nelle banche elvetiche per svariati milioni di euro.