Gigi De Palo, ieri assessore e oggi consigliere comunale eletto con una lista civica, si siede su una panchina nel centro di Roma e si sfoga: «Sa quante volte mi hanno dato del cretino perché non approfittavo del mio incarico per farmi assumere come consulente in qualche azienda? Mai come oggi sono felice di non aver cercato la strada più facile e più triste».
Alessandro Onorato, capogruppo della Lista Marchini, chiuso nel suo ufficio al quarto piano nel quartiere Eur, racconta clima e scelte nelle assemblee capitoline: «In sette anni all’opposizione non ho mai votato un debito fuori bilancio. E mi sono sempre chiesto come facciano alcuni consiglieri a muoversi con un’inspiegabile, folle, leggerezza...».
Marcello De Vito, già candidato sindaco di M5S in Campidoglio, parla dall’autobus che lo riporta a casa nel quartiere periferico di Montesacro: «Perché, se un consigliere comunale può guadagnare al massimo 1.600 euro al mese, il tetto per la campagna elettorale è di 140mila euro, ovvero quanto percepirebbe in sette anni di attività?».
Daniela Tiburzi, consigliera del Pd, è scossa. Fatica a parlare. «Sapere che in questa vicenda è coinvolta gente con cui ho lavorato mesi e mesi, anche del mio partito, mi ferisce profondamente. Mi fa male. Il nostro non è un lavoro, è un impegno civico da portare avanti con passione».
Luciano Nobili, 37 anni e anima renziana del Pd capitolino, è appena uscito dalla riunione al Nazareno con i vertici del partito. E non fa fatica ad ammettere «che forse bisognava rendersi conto prima di quanto stava avvenendo. Tuttavia, con orgoglio, possiamo affermare anche che, appena è emersa l’inchiesta, abbiamo agito senza alcun tentennamento, portando avanti una lotta senza quartiere ai corrotti e allontanando dal Pd tutti i responsabili di questa vergogna».
Quelle di De Palo, Onorato, De Vito, Tiburzi e Nobili sono le voci di consiglieri comunali ed esponenti politici che, come tanti altri, non sono stati neanche sfiorati dalla seconda puntata - né tanto meno dalla prima - della inquietante vicenda di Mafia Capitale. I loro interrogativi e le loro considerazioni lasciano trasparire rabbia mista a indignazione. «Roma ha toccato il fondo», commentano sottovoce. Cercano risposte, vogliono capire: perché tutto questo? Perché tanta corruzione? Perché giovani come noi hanno fatto scelte così? Onorato azzarda: «In alcuni casi ci poteva essere qualche sospetto, perché alcune voci giravano. Ma erano pur sempre chiacchiere senza prove. Ora i contorni della vicenda cominciano a essere terribilmente chiari e sono senza parole». C’è rabbia, imbarazzo, c’è anche dolore. Tutti i consiglieri ragionano sul grande rischio che questi scandali stanno suscitando nei cittadini: «La gente sta perdendo completamente la fiducia nelle istituzioni», dicono a una sola voce. Il
business sui migranti, i tariffari da un euro a persona, le assunzioni di parenti e amici: sono tutti elementi che gettano fango anche su quanto di buono la politica riesce a fare. «La vera emergenza è rappresentata dalle proteste davanti al Campidoglio dei lavoratori che vedono il loro posto in bilico, dagli asili che non ricevono risorse e dalle famiglie che vivono situazioni di profonda povertà - spiega Onorato - . C’è un Paese che soffre, una capitale piegata e l’unico modo per affrontare questi disagi è avere politici onesti. È possibile? Io sono ancora convinto che un’altra politica, pulita ed efficiente, sia possibile».
La speranza è viva. Forse è contagiosa. Molti credono alla possibilità di reagire. A un impegno nuovo. A gente perbene capace di mettersi in gioco. «Bisogna avere regole rigide e liste pulite - propone De Vito - . M5S si fonda su questi principi, gli altri dovrebbero fare come noi». «La fame di legalità e la voglia di contribuire al benessere della comunità che vedo in tanti giovani sono segnali incoraggianti», ripete Nobili che chiosa: «Ho un bambino ancora piccolo. Certe scelte e certe parole sono anche per lui». De Palo, proprio ieri sera, nei locali di una parrocchia romana, ha radunato centinaia di persone per spingerle a superare i sentimenti di indignazione e di rassegnazione, come si propone di fare l’associazione
Oltre. «Oggi come non mai c’è bisogno di uomini e donne capaci di 'prendere per mano' la città e di impegnarsi per il bene comune. Facendo l’amministratore del condominio, il rappresentante di classe, il consigliere in Comune o il parlamentare. È arrivato il vostro momento. Tocca a voi». La gente ascolta in silenzio. Qualcuno si commuove.