La situazione della gestione dei rifiuti in alcune aree d’Italia è paragonabile a quella di un vulcano in apparenza spento: prima o poi, che sia Napoli o Palermo o Roma, l’emergenza scatterà.Nel 2012 sono andati persi 1,2 miliardi di euro per i mancati benefici derivanti dalla raccolta differenziata. A calcolare la stima è una ricerca di Althesys, società di consulenza strategica, secondo la quale «tutta l’Italia che è lontana dagli obiettivi Ue», ad eccezione di veneto e Trentino.E se nel cratere avvelenato della "terra dei fuochi" da decenni vengono approntate discariche clandestine, altrove l’illegalità avviene protetta da una fitta coltre di burocrazia che dietro a una cortina di carte bollate cela ogni genere di malaffare: dall’occultamento di scorie alla frode fiscale.Appena un mese fa, a Vibo Valentia, sono stati sequestrati beni a chiusura di un’indagine su 13 persone. Per tutti l’accusa è di concorso in bancarotta fraudolenta commessa nell’ambito della gestione della società Proserpina, a capitale misto, operante nel settore della raccolta differenziata. L’azienda è fallita, e con essa gli sforzi per fare della città un esempio di cultura ambientale.A Roma non si placa la preoccupazione dei residenti nei pressi dell’area di Roncigliano, tra i pendii una volta salubri dei Colli Albani. La notte tra l’11 e il 12 ottobre al pronto soccorso ancora se la ricordano: 25 residenti nei pressi della discarica sono stati costrette a ricorrere alle cure dei medici dell’ospedale "San Giuseppe" di Albano, a causa di misteriosi malori provocati dai fortissimi miasmi. Altre 10 persone, nel corso della giornata di sabato 12 ottobre, sono state poi visitate e refertate nei presidi medici di primo-soccorso di Pomezia ed Aprilia. Un olezzo continuo e insopportabile che dal 25 gennaio scorso (quando entrò in vigore il decreto dell’ex ministro Clini nel quale veniva individuata la discarica nell’hinterland della capitale), oltre alle 300 tonnellate di rifiuti indifferenziati al giorno provenienti dai soli dieci comuni di bacino, riceve anche 150 tonnellate al giorno di spazzatura di Roma e dintorni.«In merito alle segnalazioni pervenute da alcuni cittadini sulla discarica di Roncigliano la Regione Lazio – hanno assicurato dall’ufficio del governatore – ha disposto controlli sul sito per verificare eventuali rischi per l’ambiente e per la salute degli abitanti a ridosso della discarica». Residenti, associazioni e movimenti stanno chiedendo da quasi un anno alle amministrazioni competenti di rendere pubbliche le risultanze del peso di tutti gli automezzi che entrano ed escono dalla discarica. Ma fino ad ora sono arrivate risposte imprecise.A questo genere di guai avrebbero dovuto rispondere termovalorizzatori e inceneritori. Come a Palermo, dove alla fine ci sono voluti milioni di fondi pubblici per far ripartire nei mesi scorsi la raccolta dei rifiuti urbani, in una città che ai turisti si mostrò con il suo volto peggiore. È stata la procura del capoluogo isolano a chiedere un anno fa il fallimento della "Pea", la società che avrebbe dovuto realizzare uno dei "forni" progettati per risolvere l’emergenza rifiuti in Sicilia. L’azienda, partecipata dal Comune, aveva consolidato debiti per oltre 44 milioni e finì per essere insolvente. Al crack economico si aggiunse un’inchiesta per falso in bilancio.Per forza che i boss delle varie "terre dei fuochi" continuino ad ad avere gioco facile. Gente come Valentino Alampi, il 35enne latitante di ’ndrangheta arrestato ieri. Accusato di smaltimento illecito in tutta la Calabria, se la spassava in Ecuador. Lontano dalle esalazioni.