Una storia di educazione lunga quattro secoli spazzata via dalle lungaggini della burocrazia e dalla mancata attuazione di una legge, la 62 del 2000 sulla parità scolastica, che ha ormai compiuto i diciassette anni. I ritardi con cui, ogni anno, sono assegnati i fondi pubblici alle scuole paritarie, stanno lentamente ma inesorabilmente soffocando l’Istituto Calasanzio dei padri Scolopi di Frascati, in provincia di Roma, la più antica scuola popolare pubblica d’Europa, essendo stata fondata da San Giuseppe Calasanzio nel 1616.
A un anno dai festeggiamenti per i 400 anni di attività, l’istituto sta vivendo le ultime settimane di vita, alla luce della decisione, presa dall’Ordine religioso nei giorni scorsi, di cessare il servizio al termine di quest’anno scolastico, anche a causa del calo complessivo delle iscrizioni. Il motivo di questa decisione, «sofferta ma inevitabile», come spiega il Superiore della Provincia Italiana degli Scolopi, padre Ugo Barani, risiede nel mancato versamento alla scuola dei finanziamenti pubblici, che secondo i religiosi sarebbero ancora bloccati all’Ufficio scolastico regionale del Lazio, da cui ieri non è stato possibile ricevere una risposta in materia.
«In tre anni abbiamo accumulato un credito di 350mila euro», ricorda padre Martino Gaudiuso, dirigente dell’Istituto Calasanzio, frequentato da 40 bambini della scuola dell’infanzia “Alle dodici stelle” e da 72 della primaria, per un totale di dodici insegnanti. Bonifici alla mano, il preside ricorda che all’appello mancano ancora 40mila euro dell’anno scolastico 2013-2014, tutto il 2015-2016 e tutto quest’anno. In totale fanno, appunto, 350mila euro che la scuola ha dovuto, comunque, coprire in qualche modo. Soltanto il 3 maggio, l’Usr Lazio ha emanato un decreto per la ripartizione di un acconto dei finanziamenti 2016, destinando all’Istituto dei padri Scolopi 33.781,99 euro. Una goccia nel mare dei crediti ancora vantati dall’istituto.
Così, tra stipendi alle insegnanti e bollette per le utenze varie, soltanto nel 2016 il Calasanzio, nell’attesa (vana) dei fondi pubblici mai arrivati, si è indebitato per 80mila euro. Un macigno che, adesso, l’Ordine non è più in grado di sostenere, nonostante in questi anni, sia il preside che i due confratelli anziani della piccola comunità di Frascati, abbiano impiegato persino le loro pensioni per mandare avanti la struttura. «Ho rappresentato la situazione della scuola di Frascati al padre Generale – aggiunge padre Barani – e anche lui ha convenuto che questa decisione è per noi motivo di grande sofferenza, ma è l’unica possibile allo stato attuale. Per un padre Provinciale è la scelta più triste, una vera pugnalata.
Con questa burocrazia insostenibile – attacca padre Barani – lo Stato sta distruggendo un patrimonio che, invece, altrove, persino nella laicissima Francia, hanno cura di preservare». La chiusura del Calasanzio avrà ricadute pesanti anche sulla popolazione, perché verrà meno un servizio prezioso ai bambini più fragili e bisognosi. Da anni, infatti, il Comune di Frascati manda alla scuola elementare dei padri Scolopi i bambini affidati dal Tribunale alla casa famiglia della cittadina laziale. Si tratta di piccoli con già una burrascosa vita familiare alle spalle, che l’amministrazione affida alla cura di questa scuola paritaria, evidentemente reputandola adatta ad accogliere questo tipo di fragilità. Inoltre, attualmente sono iscritti anche otto bambini con disabilità certificata, il cui sostegno è integrato dalla scuola stessa.
«Nel solco della nostra tradizione plurisecolare – sottolinea il preside padre Gaudiuso – applichiamo rette davvero popolari, che tengano conto del momento di crisi economica attraversato dalle famiglie. Avremmo potuto aumentarle, come ci è stato suggerito da più parti, ma così facendo saremmo venuti meno alla nostra missione. Certo – conclude padre Gaudiuso – la chiusura della scuola popolare più antica d’Europa non è un bel segnale per l’intero sistema delle paritarie». Anche i numeri danno ragione al preside del Calasanzio. Stando a una recente ricerca di Tuttoscuola, negli ultimi tre anni in Italia sono state chiuse 580 scuole paritarie e il trend negativo, annota la rivista specializzata, «è destinato a durare anche per i prossimi anni, con pesanti ripercussioni sul sistema paritario » e non solo, visto che, ogni anno, grazie a queste scuole, lo Stato risparmia oltre sei miliardi di euro. Un’evidenza che, ancora, non ha però convinto le istituzioni a investire di più su questo servizio alle comunità locali.