Dopo il faccia a faccia a Palazzo Chigi di mercoledì,
scambio di segnali tra i rispettivi colonnelli. La legge elettorale resta terreno di confronto tra Renzi e
Berlusconi.
"Mi auguro che Forza Italia mantenga gli impegni, ma se si
dovesse tirare indietro certo noi non possiamo tirarci indietro
di fronte alla necessità, e all'urgenza, che il Paese ha di
una legge elettorale che funzioni e garantisca la
governabilità", sono le parole di Maria Elena Boschi, a
margine del congresso nazionale del Notariato.
Il ministro per le Riforme chiarisce che "ancora non è
stata fissata una data per l'incontro di maggioranza" sulla
legge elettorale ma assicura che "sicuramente sarà la prossima
settimana".
"Tutto questo non è serio", sbotta Renato Brunetta, capogruppo di Fi alla Camera. "Non
accetteremo più, lo ripetiamo con convinzione, atteggiamenti
totalitari da parte di Renzi e da parte del governo. Leali e
responsabili sì, fessi no", sintetizza.
"Ci permettiamo di ricordare alla gentile Boschi che fino
ad oggi le richieste di modifica, proposte e imposte, al Patto
del Nazareno sono arrivate solo da Renzi e dal suo Partito
democratico", rincara l'esponente FI che dice no "alla logica
della pistola sul tavolo".
La minoranza Pd propone il Bundesrat. Intanto la minoranza interna del Pd rilancia
sulle riforme costituzionali l'idea del Bundesrat, cioè un
Senato in cui siedano i rappresentanti delle Giunte regionali
anziché dei Consigli, un' idea a cui si oppone fermamente Forza
Italia. La proposta è stata formulata in una riunione con il ministro Maria Elena Boschi mercoledì sera. I parlamentari del Pd hanno spiegato che la minoranza "vuole far sua" la
riforma, che trasforma il Senato in una Camera delle Regioni. Ma
per far questo occorre eliminare alcune "incoerenze". La prima è
che se il Senato, come recita l'articolo 50 della riforma, è
luogo di rappresentanza delle istituzioni regionali, allora a
Palazzo Madama dovranno andare i rappresentanti delle Giunte e
non dei Consigli regionali, per di più in proporzione dei gruppi
consiliari, come appunto stabilisce la riforma approvata in
Senato. Insomma è meglio il modello tedesco, il Bundesrat, dove
i rappresentanti di ciascuna Giunta votano tutti allo stesso
modo. Ma questo modello, ha fatto presente il ministro, è stato
escluso perché Forza Italia era fermamente contraria. Le giunte
regionali sono in larga maggioranza a guida di sinistra e Fi
teme un "Senato rosso". Infine c'è il tema dell'elezione del Presidente della Repubblica. La sinistra del Pd ha proposto di innalzare il quorum: nella riforma si prevede che dopo otto votazione con quorum elevato,
dalla nona si scenda alla maggioranza assoluta degli aventi
diritto.