Il bonus da 80 euro potrebbe essere rimodulato tenendo conto dei carichi familiari. Lo chiede l’associazione delle famiglie numerose e il sottosegretario all’Economia, Enrico Zanetti, non lo esclude. «Credo che la richiesta di un esame più approfondito della norma debba vedere l’attenzione del Parlamento e del governo e confermo che al Mef stiamo verificando la fattibilità tecnica» di una modifica, ha affermato il rappresentante dell’esecutivo. Nessuna certezza, dunque, ma uno spiraglio aperto, mentre la Camera ha avviato l’iter di esame della legge di stabilità, sulla quale domani saranno presentati gli emendamenti. Zanetti non è solo. Anche il presidente della commissione Bilancio della Camera, Francesco Boccia (Pd), ha parlato nei giorni scorsi di misura «non equa », da correggere «incrociando reddito e numero dei figli». Il meccanismo attuale è molto rigido: si ottiene il bonus sulla base del reddito individuale e indipendentemente dal numero delle persone a carico. Così una famiglia numerosa con un solo reddito da 27mila euro non ha diritto a nulla mentre una coppia senza figli con due stipendi da 24mila prende un doppio bonus. Secondo l’Associazione, che ieri ha tenuto una conferenza stampa a Montecitorio, è possibile una rimodulazione anche mantenendo invariati i saldi: basta diminuire l’importo del bonus per chi non ha figli e aumentare la soglia di reddito (ora fissata a 24mila euro) per ogni familiare a carico. Inoltre, aggiunge il presidente Giuseppe Buttturini, il bonus va esteso anche «agli incapienti a causa delle detrazioni familiari, cioé ai veri poveri». Tecnicamente non dovrebbe essere troppo difficile modificare la normativa modulando l’erogazione in base a parametri più articolati. Mantenendo fermi i saldi, una parte degli attuali beneficiari potrebbe vedersi però ridurre l’agevolazione. Domani, venerdì, comunque in commissione arrivano gli emendamenti alla manovra e Mario Sberna, esponente dei centristi di Demos, ha annunciato che presenterà le richieste avanzate dall’Associazione famiglie numerose sugli 80 euro e non solo. Altre istanze riguardano infatti una revisione del bonus per i nuovi nati tenendo conto anche in questo caso dei carichi, l’incremento degli assegni familiari, l’aumento della soglia di reddito che definisce un figlio fiscalmente a carico (ferma dal 1986 a soli 2.842 euro annui) e il ripristino di una detrazione familiare per la Tasi, come avveniva con l’Imu prima casa. Secondo Zanetti, la tassa unica immobiliare annunciata dal governo dal 2015 potrebbe trovare spazio già nella legge di stabilità con una modifica di «matrice governativa ». Un intervento per «superare l’obbrobrio Imu-Tasi», nell’ambito del quale «potrà essere valutato il ripristino delle detrazioni ». Nel cantiere delle modifiche alla manovra ci sono poi altri capitoli. La minoranza Pd preme per aumentare i fondi per gli ammortizzatori sociali. Altri nodi da sciogliere riguardano l’aumento della tassazione sulla previdenza complementare e l’anticipo del Tfr in busta paga. Secondo la Cgia di Mestre quest’ultima operazione rischia di essere un
flop, con un incremento del carico fiscale tra i 230 e i 700 euro l’anno.