giovedì 5 settembre 2024
Il giovane Fallou ammazzato dopo un litigio, seguito a screzi sui social. L'aggressore sarebbe stato vittimo di episodi di bullismo. Parla il parroco
Nel riquadro in alto a sinistra: Fallou Sall. Qui sopra, il luogo dell’omicidio a Bologna

Nel riquadro in alto a sinistra: Fallou Sall. Qui sopra, il luogo dell’omicidio a Bologna - Ansa

COMMENTA E CONDIVIDI

Sono da poco passate le 22 di mercoledì sera quando la tranquilla zona residenziale del Parco ex Velodromo, di fronte all’Ospedale Maggiore di Bologna, viene scossa da urla angoscianti. Molti abitanti si affacciano alla finestra, i testimoni sono tanti: vedono il giovane Fallou Sarin Sall, 16 anni, riverso a terra in una pozza di sangue. È stato accoltellato all’addome, così come un suo amico. Un terzo giovane della compagnia ha ferite più lievi. L’aggressore è un coetaneo, i ragazzi si conoscono da tempo.

I soccorsi vengono allertati all’istante. La corsa verso l’ospedale, che si trova a pochi metri, è brevissima, ma per Fallou non c’è niente da fare e muore dopo i disperati tentativi di rianimazione. L’aggressore scappa, ma viene preso subito e confessa tutto. Il secondo giovane, ferito seriamente, al collo e all’addome, è fuori pericolo e guarirà in 10 giorni. Il terzo è stato solo medicato sul posto, ha rifiutato il ricovero. L’accusa, quindi, è, per ora, di un omicidio e un tentato omicidio. Gli inquirenti stanno indagando sul movente: pare che i genitori dell’aggressore, durante l’anno scolastico, avessero denunciato episodi di bullismo e cyber bullismo di cui il figlio era stato vittima, forse proprio ad opera di qualche ragazzino del gruppetto frequentato da Fallou. Ma la mamma del giovane ucciso, Daniela, nega che si conoscessero direttamente. Cerca di darsi una spiegazione e si dice certa che il figlio non fosse l’oggetto dell’odio del suo assassino: «Mio figlio si è messo in mezzo per difendere qualcuno, era un generoso», dice. Così lo descrivono anche il suo allenatore di football americano, gli amici e i compagni di scuola, che, per venerdì pomeriggio, hanno organizzato, tramite un passaparola sui social, un momento di ricordo del giovane, nel parco dove ha trovato la morte. «Portate foto, fiori, cartelloni», scrivono.

Il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, esprime solidarietà alle famiglie delle vittime e si interroga su cosa fare, come comunità, per prevenire questi episodi di violenza che, sempre più, coinvolgono i giovanissimi. Nella zona, il principale presidio è la parrocchia: don Giampiero Congiu si dice molto preoccupato per il disagio crescente di questi ragazzi. «Noi abbiamo gli scout, l’oratorio per il post cresima, i campi estivi, anche la polisportiva: spesso, però, le famiglie manifestano difficoltà, i ragazzi abbandonano anche lo sport, appena diventano un po’ autonomi. Preferiscono stare a casa davanti al cellulare ed è molto difficile coinvolgerli in qualche attività. Noi ci riusciamo con l’“Estate ragazzi”, poi in inverno spariscono di nuovo», racconta il parroco.

Federica Benassi, consulente e formatrice nelle scuole, esperta nelle relazioni genitori-figli adolescenti, non è stupita da questi recenti fatti di cronaca: «Spesso i genitori, presi dalle mille occupazioni quotidiane, non hanno gli strumenti per comprendere e ascoltare davvero i propri figli. Manca l’empatia, il dialogo sincero e, soprattutto, mancano i buoni esempi, ormai sempre più rari. Gli atti di violenza tra adolescenti, come il bullismo o il cyberbullismo, nascondono sfumature profonde: i giovani affrontano difficoltà emotive e bisogni non soddisfatti, che troppo spesso vengono ignorati o semplificati. È necessario guardare oltre i comportamenti e riconoscere le radici di un malessere più grande, perché la prevenzione parte dalla comprensione e dalla vicinanza emotiva». Intanto, il sito dell’Istituto tecnico che frequentava, il Belluzzi Fioravanti, è listato a lutto.

Sul fronte giudiziario, è in programma venerdì mattina, alle 10.30, davanti al giudice per le indagini preliminari del tribunale per i Minorenni di Bologna, l'udienza di convalida per il sedicenne accusato dell'omicidio di Fallou Sall, del tentato omicidio dell’altro ragazzo di origini bengalesi e del porto del coltello utilizzato per l'aggressione. Al momento non sarebbero state ipotizzate aggravanti da parte della procura per i Minorenni, anche se le indagini sono in corso per ricostruire compiutamente i fatti. Il giovane indagato è difeso dall'avvocato Simone Vincenzo Ferraioli.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: