Il referendum sull'articolo 18 non si farà: la Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibile il quesito. Il referendum proposto dalla Cgil puntava ad abrogare le modifiche apportate dal Jobs Act allo Statuto dei lavoratori e a reintrodurre i limiti per i licenziamenti senza giusta causa. Via libera invece ai quesiti sui voucher e sulla responsabilità in solido appaltante-appaltatore.
>> Ecco il testo dei tre quesiti della Cgil
La motivazioni della decisione presa oggi dai "giudici delle leggi" saranno rese note con il deposito delle sentenze - una per ciascuno dei tre quesiti vagliati nella camera di consiglio di oggi, durata circa due ore e mezza - che, secondo quanto prevede la legge, deve avvenire entro il 10 febbraio.
Dopo la decisione della Consulta, che ha dato il via libera a due dei referendum in materia di lavoro, la consultazione referendaria, secondo quanto prevede la legge, dovrà svolgersi tra il 15 aprile e il 15 giugno prossimi. Salvo, però, elezioni anticipate: in questo caso, la legge (articolo 34 della legge 352 del 1970, che regola l'iter referendario) prevede che i referendum abrogativi che hanno avuto il via libera dalla Cassazione e dalla Corte Costituzionale vengano congelati fino all'anno successivo.