giovedì 5 dicembre 2013
​Confermata la dichiarazione d'urgenza per la riforma elettorale. Napolitano: il Parlamento non è delegittimato. La decisione della Consulta.
Mirabelli: «Parlamento indebolito, deve muoversi»
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Dopo la bocciatura ieri da parte della Corte costituzionale di parti sostanziali della legge elettorale (il premio di maggioranza e l'assenza di preferenze), anche la Camera, con il Senato che già sta esaminando il tema, si attiverà in parallelo per esaminare progetti di riforma della legge elettorale.È quanto scrive la presidente della Camera Laura Boldrini in una nota emessa dopo la riunione dei capigruppo a Montecitorio. "Potranno essere attivate le possibili intese con il presidente del Senato, secondo la procedura prevista dal regolamento della Camera per i casi in cui i due rami del Parlamento discutano proposte di legge sulla medesima materia. Nel segno di una piena collaborazione istituzionale, l'obiettivo di una nuova legge elettorale è più che mai cruciale. I cittadini ci fanno una richiesta inequivocabile, e soddisfarla è essenziale per ripristinare la loro fiducia verso la politica", si legge nella nota. La Boldrini scrive anche che "l'importante pronuncia della Corte Costituzionale, che non intacca in alcun modo la legittimità né del Parlamento né degli altri organi costituzionali, rappresenta un forte sprone al Parlamento".Giorgio Napolitano in giornata è sceso in campo per cercare di rasserenare gli animi di quanti hanno fatto notare che ora il Parlamento è sfiduciato: "È la Corte stessa che non mette in dubbio che ci sia una continuità nella legittimazione del Parlamento. Parliamo di una sentenza della Corte Costituzionale che espressamente si riferisce al Parlamento attuale dicendo che esso può ben approvare in qualsiasi momento la legge elettorale", ha affermato.In mattinata c'era stato uno scontro con i deputati del M5S, che hanno lasciato l'aula per protesta dopo che la presidente della Camera Laura Boldrini aveva respinto la richiesta di convocare la conferenza dei capigruppo per la calendarizzazione d'urgenza della legge elettorale. "Un Parlamento illegittimo - ha scritto in un post sul blog di Beppe Grillo il gruppo Camera - che tale deve rimanere, almeno per la presidente Laura Boldrini". Nel pomeriggio la questione si è risolta, con la conferenza dei capigruppo che ha riconfermato la dichiarazione di urgenza per l'esame della riforma della legge elettorale e ha invitato la commissione Affari costituzionali di Montecitorio a calendarizzarla, consentendo alla presidente Boldrini di concordare il percorso con il presidente del Senato Piero Grasso. Come conseguenza di questa decisione, i deputati di M5S sono tornati in Aula. Un'altra delle conseguenze della pronuncia della Consulta è che le elezioni anticipate sembrano un'ipotesi più remota. Lo sostiene Pier Luigi Bersani (Pd): "Non si può pensare di andare alle elezioni senza una nuova legge elettorale"; in assenza di una riforma resterebbe un sistema "proporzionale puro" che produrrebbe "l'ingovernabilità".Anche il ministro per le Riforme istituzionali, Gaetano Quagliariello, ha fatto notare che la decisione della Consulta riporta l'Italia a un sistema elettorale proporzionale, e non lascia più alibi al Parlamento, che ora deve subito porre mano alle riforme. "Così com'è oggi questa legge elettorale non può essere conservata, altrimenti avremo le larghe intese all'infinito, un proporzionale puro in Italia non può dare maggioranze stabili", ha spiegato il ministro. 
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