venerdì 15 maggio 2015
Alla Camera via libera agli emendamenti. Renzi accelera: assumeremo 160mila insegnanti. Blocco degli scrutini: l'altolà del Garante. I sindacati di nuovo in piazza.
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Si dice "pronto a discutere nel merito di tutto, con tutti, dalla scuola alla pubblica amministrazione" ma Matteo Renzi accelera e, nel giorno in cui in aula alla Camera passano i primi articoli della riforma della scuola, avverte che "dopo aver discusso, si decide" perchè "l'Italia non può più perdere tempo". La protesta non si ferma, anzi arriva a pochi passi dalla Camera, in piazza del Pantheon, dove i sindacati della scuola hanno convocato un'assemblea a cui partecipano anche alcuni esponenti di M5s e minoranza Pd. In piazza un centinaio di persone e qualche contestazione. Su un punto, proprio quanto alla riforma della scuola, il presidente del Consiglio non transige: "Non valutare, e trattare tutti gli insegnanti allo stesso modo per me è un errore" e allora "gli stipendi non si toccano, ma se ci sono soldi in più devono andare a chi lo merita". Altro nodo scottante è quello delle assunzioni. "In passato - ribadisce Renzi - si è giocato troppo sulla pelle dei precari della scuola. Quelli delle Gae noi li assumiamo. Quelli che hanno fatto i corsi di abilitazione ti dicono che vogliono entrare: per queste persone noi pensiamo a una forma concursuale. Saranno 160mila persone nei prossimi anni ad essere assunti. Centomila quest'anno e sessantamila con i concorsi dei prossimi anni". Ma il passaggio centrale in proposito è questo: "Fate le assunzioni e poi vediamo: questo è un meccanismo sbagliato perchè trasformerebbe la questione dei precari in un grande ammortizzatore sociale della scuola". Un messaggio diretto anche per chi minaccia il blocco degli scrutini: "Io credo che la stragrande maggioranza degli insegnanti sono persone serie che non terrebbero a rischio il lavoro dei ragazzi con il blocco degli scrutini". E dunque, "il tema della precettazione è prematuro". Si tratta con la minoranza dem. E se resta la contrarietà della Cgil ("non vi è traccia di un sistema duale efficace", dice infatti Susanna Camusso), Renzi può contare su segnali disgelo dalla minoranza Dem: "Mi sembra di capire - afferma Rosy Bindi - che il governo qualche segnale lo dà e se posso dare un suggerimento direi di non farlo cadere, nè da una parte nè dall'altra". Resta sulle barricate l'ex premier Enrico Letta: "Ho l'impressione che si sia partiti con il piede sbagliato. La riforma deve essere fatta per bene, non bisogna fare una riforma tanto per dire di averla fatta". E come lui Stefano Fassina, Pippo Civati, Gianni Cuperlo, che dopo il tour de force dell'aula della camera si spostano all'assemblea dei sindacati. Con loro anche il M5s Alessandro Di Battista, per cui il rischio, se passa il ddl, è che si creino "scuole di serie A e scuole di serie B". Approvati intanto alla Camera i primi articolo del ddl. Il primo quello che riguarda l'autonomia scolastica, da attuare con la rimodulazione del monte ore annuale delle materie, il potenziamento del tempo scuola e la programmazione flessibile dell'orario complessivo che consentirà anche l'apertura pomeridiana degli istituti, è stato salutato con soddisfazione espressa via Twitter dal ministro Giannini: «Approvato articolo 1 #labuonascuola. Finalmente si potrà dare piena attuazione all'autonomia». Disco verde anche all'articolo 2 del ddl che affida al dirigente scolastico "la garanzia di un'efficace ed efficiente gestione delle risorse umane, finanziarie, tecnologiche e materiali", sempre nel "rispetto delle competenze degli organi collegiali". Approvati anche gli articoli sul curriculum dello studente, che prevede l'introduzione di insegnamenti opzionali nelle scuole superiori, che faranno media all'esame di Stato, sull'alternanza scuola-lavoro e sull'insegnamento nelle carceri.

Il contro-video degli studenti. "Ciao Matteo, siamo contenti che tu sia contento che finalmente la scuola sia al centro del dibattito del Paese. Di certo però non è merito tuo e del tuo governo". Inizia così la replica - ironica - degli studenti alla 'video-lezione' del premier sulla riforma della scuola. "Renzi si arroga il merito di aver aperto il dibattito nel Paese sulla scuola. In realtà è proprio lui e il suo Governo ad aver tentato di silenziarlo, manganellando gli studenti, sgomberando le scuole in occupazione o tacciando gli studenti e i professori di quadrismo. Siamo stati noi a porre la scuola al centro dell'attenzione, perché proprio quest'ultima è al centro di un attacco!" dichiara Danilo Lampis, Coordinatore Nazionale dell'Unione degli Studenti.

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