Un esposto all'autorità giudiziaria per segnalare le dichiarazioni di ieri di Silvio Berlusconi su Mussolini e verificare "eventuali ipotesi di reato". A presentarlo, oggi alle 15.30 in Procura di Roma, il blogger viola Gianfranco Mascia, candidato alla Regione Lazio per Rivoluzione Civile. "Le sue dichiarazioni sul Mussolini buono di ieri non si possono annoverare - denuncia Mascia - nel lungo elenco di boutade che ha costellato questi venti anni di berlusconismo imperante. Sono pericolose e potrebbero configurare un reato. Ma questo saranno i giudici a deciderlo".
«SU MUSSOLINI BATTUTA DAVVERO INFELICE»"Quella di Berlusconi, se è stata una battuta infelice, è stata davvero infelice" per il luogo l'occasione in cui è avvenuta. Così
Mario Monti oggi è tornato sulle parole di Silvio Berlusconi su Mussolini. Ieri il Cavaliere aveva parlato bene del duce (tranne le indifendibili leggi in difesa della razza) e, immediata, si è scatenata la tempesta politica attraverso una raffica di condanne e dichiarazioni, non esclusa quella indignata della Comunità ebraica italiana. Tanto che in serata era arrivata la precisazione di Berlusconi: nessun dubbio che "il fascismo fu una dittatura". Una rettifica che aiuta ma non basta visto che la polemica su Mussolini che non era come Hitler e sulle cose buone fatte dal fascismo, ha condizionato per intero la giornata. A far levare ancor più l'indignazione storico-politica è che questa volta Berlusconi ha scelto una giornata simbolo in una occasione altrettanto simbolica: il Giorno della memoria e l'inaugurazione a Milano del Museo della Shoah. Per di più il suo arrivo, non previsto, ha movimentato ulteriormente una occasione solenne e importante a cui presenziava il Presidente del Consiglio Mario Monti. Ed ecco la frase che ha innescato la polemica: per tanti versi Mussolini aveva fatto bene ma "il fatto delle leggi razziali è stata la peggiore colpa".L'Italia "non ha le stesse responsabilità della Germania" ma "ci fu una connivenza che all'inizio non fu completamente consapevole". La più chiara risposta alla interpretazione data da Berlusconi alla vicenda delle persecuzioni contro gli ebrei viene dal Presidente della Unione delle Comunità Ebraiche Italiane,
Renzo Gattegna che le definisce "non solo superficiali e inopportune, ma, là dove lasciano intendere che l'Italia abbia deciso di perseguitare e sterminare i propri ebrei per compiacere un alleato potente, destituite di senso morale e di fondamento storico". "Le persecuzioni e le leggi razziste antiebraiche italiane, come è noto, hanno avuto origine ben prima della guerra e furono attuate in tutta autonomia sotto la piena responsabilità dal regime fascista, in seguito alleato e complice volenteroso e consapevole della Germania nazista fino a condurre l'Italia alla catastrofe".
UE: PAROLE CHE PREOCCUPANO"Nelle politiche europee, nei parlamenti europei e persino in alcuni governi ci sono partiti e voci che nutrono questo tipo di odio. È preoccupante. Per questo è necessario che tutti i leader politici prendano posizione contro". Così la Commissaria Ue
Cecilia Malmstrom, risponde una domanda sulle parole di Berlusconi sul fascismo.
LA SVIZZERA SAPEVA NEL 1942, DOCUMENTI INEDITI Documenti inediti resi noti dalla televisione svizzera attestano che nel 1942 la Svizzera aveva informazioni sulle uccisioni di ebrei da parte dei nazisti. Malgrado queste informazioni, nell'agosto 1942 la Svizzera chiuse le frontiere a chi era profugo "solo per motivi razziali". La televisione svizzero tedesca Srf ha presentato documenti redatti da diplomatici svizzeri durante la seconda guerra mondiale e indirizzati al governo. Si tratta di centinaia di lettere, telegrammi, rapporti e fotografie, documenti sulle informazioni che cominciavano ad arrivare dai consolati e testimonianze dei rifugiati, ha spiegato il direttore dei Documenti diplomatici svizzeri Sascha Zala. Nonostante i rapporti stilati dai diplomatici, nell'agosto 1942 il governo di Berna decise di chiudere le frontiere agli ebrei in fuga. Negli anni 1999-2001 un'apposita commissione di esperti (Commissione Bergier) incaricata dal parlamento elvetico di fare luce sul ruolo della Svizzera durante la seconda guerra mondiale, aveva già concluso che nell'estate 1942 il governo elvetico sapeva che "sui profughi respinti gravava la minaccia della deportazione nell'Europa orientale e quindi della morte".
TORINO, SVASTICA NERA SU LAPIDE PARTIGIANI Una svastica, di vernice nera, è stata realizzata a Torino su una lapide dedicata a quattro partigiani. Accanto, con la stessa vernice, alcuni insulti. L'oltraggio risalirebbe a ieri pomeriggio, nel Giorno della Memoria. Sul caso indaga la Digos. La lapide è quella tra via Ala di Stura e via Reiss Romoli, nel parco Rubbertex. Ricorda i nomi dei partigiani uccisi nelle stragi del maggio 1944 e dell'aprile 1945.SVASTICHE E INSULTI, EPISODI IN AUMENTO Dalle scritte negazioniste di Roma alla svastica di Torino. Dagli insulti urlati in strada, a quelli scritti sui muri. Sono in aumento gli episodi di antisemitismo registrati in Italia negli ultimi mesi. Secondo una recente analisi dell'Osservatorio sul pregiudizio antiebraico, istituito presso il Centro di documentazione ebraica contemporanea di Milano, nel 2012 si è registrato un aumento del 40% rispetto al 2011. Una settantina i casi presi in considerazione dell'osservatorio. L'ultimo caso, quello di Torino, non è isolato. Tra quelli che hanno suscitato più clamore, gli insulti comparsi su alcuni muri di Milano lo scorso 25 aprile, nel corso delle manifestazioni per la Liberazione, le svastiche comparse in alcuni licei romani e quella realizzata sul muro di cinta del cimitero ebraico di Vercelli. Una "impennata particolarmente preoccupante", secondo Stefano Gatti, ricercatore dell'Osservatorio. "Certi atteggiamenti - aggiunge - non vengono più percepiti come antisemiti e, dunque, non suscitano reazione sociale".