No Renzi, no vertice... In poche ore ieri si è passati dall’attesa per l’incontro di maggioranza - messo in agenda per volontà soprattutto di Angelino Alfano anche con l’assenza annunciata del presidente del Consiglio incaricato - al rapido slittamento dello stesso a oggi. Quando i punti programmatici di cui si doveva discutere - e sui quali Matteo Renzi punta per convincere l’Europa ad allentare i vincoli, alla vigilia del semestre europeo - saranno comunque presentati presto, come ha promesso l’ex "rottamatore". Che ha allo stesso tempo dribblato la piattaforma messa a punto dalla minoranza del partito, con la quale avrebbe dovuto vedersela nella direzione nazionale. Slittata anch’essa,
sine die, «a causa del protrarsi dei lavori parlamentari», come recita una nota del Pd.Intanto l’ex sindaco di Firenze sta lavorando alacremente con il suo più fidato uomo di governo, l’ex ministro per gli Affari regionali, Graziano Delrio. La giornata di oggi sarà dedicata, ha detto Renzi, al lavoro finale su un «documento programmatico che sia il più concreto possibile e in grado di avvicinarci all’appuntamento del semestre europeo con una serie di riforme concrete, dai tagli dei costi della politica alle riforme costituzionali e istituzionali». Proprio dallo staff di Delrio era trapelata in un primo momento addirittura la notizia dell’annullamento del vertice. «Non ci sarà, eventualmente telefonate e contatti informali e sul programma si chiude domani (oggi per chi legge
ndr)». Forse era uno schiaffo troppo forte ad Alfano e più tardi si è appreso dell’aggiornamento dell’incontro a 24 ore dopo.Che non fosse aria lo si era capito dalla nettezza con cui Renzi aveva replicato alle domande sulla riunione, nella conferenza stampa al termine delle consultazioni. «Sono allergico ai vertici di maggioranza. Se vogliono vedersi si vedano, io ho altro da fare», ha tagliato corto. I contatti con Nuovo centrodestra e gli altri partiti centristi della maggioranza (da Scelta civica e Popolari per l’Italia, fino alla "costola" pidiellina del Gal, Grandi autonomie e libertà) sono comunque proseguiti. Ma sul fatto che anche oggi Renzi si sfili dalla riunione ci sono pochi dubbi. Il suo impegno al momento si concentra su quei punti in grado di convincere l’Ue che l’Italia è sulla giusta china. E non ha nessuna intenzione di perdere il treno del momento favorevole, plasticamente rappresentato dall’ormai celebre fondamentale dello spread (la differenza tra i nostri titoli di Stato e quelli tedeschi) che è a quota 193.A questo fine vanno ricordati gli incontri dei giorni scorsi con il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi. E quelli che si sono susseguiti ieri: da quello al Quirinale in serata a quello pomeridiano con il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco. Lo conferma Bankitalia in un comunicato - fatto per smentire che si sia parlato di come riempire la casella del ministero dell’Economia - in cui viene sottolineato che «si è parlato dell’attuale situazione congiunturale e delle principali tematiche economiche, sia italiane sia europee». I principali dossier sul tavolo, che - come noto - Renzi intende scadenzare nei primissimi mesi della sua attività (i cosiddetti, decisivi, cento giorni) sono lavoro, Pubblica amministrazione, fisco (con particolare attenzione alla riduzione della pressione). giustizia (anche qui focalizzandosi sullo snellimento di quella civile al fine di attrarre investimenti). Infine,
last but non least, le riforme istituzionali, al destino delle quali è legato anche il cambio di sistema elettorale. «Per arrivare a luglio con un’Italia in grado di raccontare cosa l’Italia vuole dall’Europa e non solo cosa l’Europa vuole dall’Italia», ha concluso Renzi.