domenica 5 giugno 2011
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A scanso di equivoci sulle sue opinioni personali, premette che lui andrà a votare e voterà «sì» al referendum sul nucleare, «perché sarebbe assurdo puntare sull’atomo nel momento in cui altri Paesi d’Europa ne stanno uscendo». Ma con la stessa nettezza Augusto Barbera, ordinario di diritto costituzionale all’università di Bologna, parlamentare del Pci e del Pds dal 1976 al 1994, spiega, da giurista, che quel quesito non avrebbe più ragione d’essere.Perché, professore?Semplice, perché tutte le norme che prevedevano procedure e tempi per l’installazione di centrali nucleari sono state abrogate. Ora si andrà a votare su due commi, il numero 1 e il numero 8 dell’articolo 5 della legge di conversione del decreto omnibus. Il primo si limita a impegnare il governo a partecipare a studi, a livello europeo, sull’impiego dell’energia nucleare: ebbene, lì non c’è alcuna decisione, si dice che «studierà» ma poi, al termine di questi studi, potrebbe anche decidere di non procedere... Il comma 8, poi, prevede l’approntamento di un piano energetico nazionale, che non riguarda l’energia nucleare, ma qualsiasi tipo di approvvigionamento energetico, incluse le fonti alternative e quelle rinnovabili.Sembra un bel pasticcio. Ha ragione il ministro dello Sviluppo Romani, quando dice che se vincono i "sì" restiamo senza una strategia energetica?Di certo sarà necessario approvare una nuova normativa in materia.C’è da dire che lo stesso Berlusconi aveva parlato di una semplice sospensione del programma nucleare, da riprendere una volta passata la grande paura di Fukushima.Ipotizzo anch’io che la Cassazione si sia basata sulle intenzioni del governo. Però in questi casi si procede in base alle norme scritte e approvate dalle Camere, non in base a dichiarazioni d’intenti. Tra l’altro, nel comunicato diffuso dopo la decisione, è specificato che l’Ufficio centrale ha deliberato «a maggioranza». Che io ricordi, è la prima volta che lo dice ufficialmente. Non lo fanno nemmeno i Consigli comunali.L’esecutivo ha presentato un ricorso alla Consulta con argomentazioni molto simili alle sue.Già, non dimentichiamo che la Corte costituzionale dovrà pronunciarsi sull’ammissibilità del nuovo quesito... Staremo a vedere.
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