Ridurre l'incidenza del debito "è un obiettivo irrinunciabile" e "non ci sono scorciatoie", sulle pensioni "sarebbe rischioso fare passi indietro", sì al reddito minimo solo facendo in modo da "evitare di scoraggiare la ricerca di un lavoro regolare" e prestando attenzione "alle conseguenze sui conti pubblici". Soprattutto, "il destino dell'Italia è quello dell'Europa" e di conseguenza "è importante che la voce dell'Italia sia autorevole nei contesti dove si deciderà il futuro dell'Unione Europea". Nelle Considerazioni finali del governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco non ci sono riferimenti espliciti al momento delicato che la politica italiana sta vivendo, ma tutta la relazione può essere letta come il contributo, se non la posizione ufficiale di via Nazionale, al dibattito in corso.
Conti a posto per logica economica, non per diktat esterni. Una posizione che non potrebbe essere più netta: per il governatore "non sarebbe saggio ignorare le compatibilità finanziarie", e "non per rigidità a livello europeo o minacce speculative, ma perché le nostre azioni, i nostri programmi forniscono i segnali che orientano l'allocazione delle risorse a livello nazionale e globale". Non si tratta dunque dei diktat dei mercati internazionali, o di oscuri burocrati di Bruxelles: "Non sono le regole europee il nostro vincolo, è la logica economica".
Per ridurre il debito, ribadisce Visco, "non ci sono scorciatoie". E non perché Bruxelles ce lo vieti, ma intanto per "non compromettere il futuro delle prossime generazioni: accrescere il debito vuole dire accollare loro quello che oggi non si vuole pagare".
"Le riforme introdotte in passato rendono gestibile la dinamica della spesa pensionistica". E "sarebbe rischioso fare passi indietro". Interventi per ridurre "specifiche rigidità sono possibili" ma, evidenzia, "vanno sempre adeguatamente compensati in modo da assicurare l'equilibrio attuariale del sistema pensionistico".
Le riforme introdotte nel mercato del lavoro "hanno avuto nel complesso effetti positivi sull'andamento dell'occupazione" continua Visco ma "resta elevata la disoccupazione, in particolare nel Mezzogiorno e tra i giovani"sottolineando che "stentano invece ad emergere gli effetti del nuovo regime di politiche attive: la quota di persone che beneficiano del sussidio di disoccupazione senza cercare attivamente lavoro - avverte - non è scesa".
Povertà raddoppiata, Rei copre 40% famiglie. La crisi ha accentuato il disagio con la quota delle famiglie che vivono in povertà assoluta "quasi raddoppiata" negli ultimi 10 anni e arrivata a sfiorare il 7%. Afferma il Governatore di Bankitalia, sottolineando che le risorse del reddito di inclusione (Rei) "consentono di coprire circa il 40% delle famiglie in povertà assoluta. Nel procedere a un suo rafforzamento o all'adozione di altri provvedimenti - avverte - oltre a evitare di scoraggiare la ricerca di un lavoro regolare bisognerà prestare attenzione alle conseguenze sui conti pubblici".
Nel capitolo della relazione dedicato alle banche VIsco ricorda i rischi sistemici, innanzitutto quelli legati ai prestiti deteriorati, ribadendo che la loro riduzione "deve proseguire con decisione", tenendo conto però dei rischi legati all'imposizione "di tempi troppo compressi per la riduzione". Il governatore ha ribadito la necessità di recupero della redditività (rispetto alla quale però ci sono stati significativi passi in avanti) e soprattutto la sfida importante "della correttezza sostanziale dei comportamenti nei confronti della clientela e del rispetto della legalità. In più casi un'insufficiente attenzione ai profili di trasparenza e una difformità tra i prodotti collocati e le esigenze finanziarie dei sottoscrittori, gravi di per sé, hanno amplificato gli effetti della crisi. Preservare la fiducia dei clienti è un dovere degli intermediari". Il riferimento è naturalmente a tutti i casi di "risparmio tradito" legati alle banche in risoluzione o fallite o rifinanziate.